la questione cattolica

da Roma

Il miglior viatico per l’udienza che questa mattina Benedetto XVI concede al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, ricevuto all’inizio del suo mandato di premier, sono state le parole che il Pontefice ha pronunciato la scorsa settimana a conclusione della 58° assemblea generale della Cei: «Avvertiamo con particolare gioia i segnali di un clima nuovo, più fiducioso e più costruttivo» perché «è diffuso il desiderio di riprendere il cammino». Una pragmatica apertura di credito nei confronti di un governo che, nonostante la quasi totale mancanza di cattolici «targati» come tali, appare certamente più rassicurante del precedente agli occhi di chi sta Oltretevere. Il Papa ha detto che in Italia c’è un clima politico nuovo e la Chiesa tira un sospiro di sollievo per il fatto che vede più aleggiare gli «attacchi» nei confronti della famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna rappresentati dal riconoscimento delle coppie di fatto e delle unioni gay, così come è più rassicurata rispetto a fughe in avanti nel campo della bioetica.
Silvio Berlusconi e il suo staff, nel quale un ruolo fondamentale gioca il sottosegretario Gianni Letta, uomo chiave dell’esecutivo e «gentiluomo di Sua Santità», sanno che la Chiesa ha delle attese. Un’agenda che è stata ripetuta nei giorni scorsi dal Papa e dal presidente della Cei Angelo Bagnasco. In campo internazionale c’è identità di vedute nella grandi questioni tra Italia e Santa Sede: sul multilateralismo, sul ruolo ponte del nostro Paese nel dialogo con i Paesi del Medio Oriente, sulla necessità di politiche più efficaci per combattere la fame e la povertà. Per quanto riguarda invece le questioni interne, l’accento è prevedibile che sia posto su quella che Benedetto XVI ha definito «emergenza educativa», e cioè sullo stato dell’educazione delle nuove generazioni e dunque anche della scuola. Oltretevere ci si attende un intervento che renda effettiva la parità scolastica e la libertà di educazione. Un altro tema che sta molto a cuore alla Santa Sede è il sostegno alla famiglia. Sostegno effettivo e pluriforme – dalla casa all’adeguamento degli stipendi più bassi agli incentivi per la natalità – che riconosca alla famiglia quel ruolo centrale e insostituibile all’interno della società. Molte di queste questioni erano affrontate nel programma elettorale del Pdl, ora si spera che arrivino quanto prima risposte concrete. Per quanto riguarda la bioetica, invece, la speranza è che il nuovo governo si muova con prudenza e attenzione, innanzitutto cancellando le linee guida della legge 40 che il ministro Livia Turco, già dimissionario, ha promulgato fuori tempo massimo. Nella speranza che eventuali riforme costituzionali non tocchino le formulazioni riguardanti la famiglia e i diritti della persona.


Infine, sull’immigrazione e il pacchetto sicurezza, la Santa Sede si attende un approccio pragmatico al problema, che sappia coniugare il bisogno di sicurezza dei cittadini con la tradizionale capacità di accoglienza che appartiene alla nostra civiltà.

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