«Se vincesse Grillo non posso immaginare cosa succederà, si tratta di una presenza inquietante, potranno succedere dei disordini inquietanti». Parole chiare. Botto assicurato. È stato un vero e proprio «Berlusconi day», quello di ieri. Con l'ex premier instancabilmente in prima linea, davanti ai microfoni, fin dalle prime ore del mattino per concludere poi a Milano, con comizio e teleconferenza nella sala congressi della Provincia di via Corridoni. Grillo, dunque, come primo bersaglio di Berlusconi che, nei suoi interventi si è diviso, in mattinata, tra l'Alfonso Signorini Show a Radio Montecarlo e la Telefonata di Belpietro a Canale 5 e poi, nel pomeriggio e alla sera, ha ribadito le accuse durissime al leader di Cinque stelle anche nel comizio conclusivo della lunga giornata pre-elettorale.
«Grillo non fa più ridere, ma fa e deve fare paura. Farà la marcia su Roma, ha chiesto la testa del presidente della Repubblica, e ha promesso la cacciata dei parlamentari, vuole processare imprenditori, politici e giornalisti. Vuole distruggere tutto, con un sistema governato da delegati del web. Può sembrare una macchietta di dittatore, ma non è così, fa paura. I regimi autoritari sono nati nelle stesse condizioni economiche dell'Italia di oggi». Di conseguenza, incalza Berlusconi, ecco perché «il voto a Grillo è assolutamente pericoloso. Lui specula sui disperati. Perché il leader del pentastellati dice le stesse cose che diceva Hitler nel 1933. È un aspirante dittatore, come Robespierre, Pol Pot o Stalin. Sono andato a rileggermi tutti i discorsi di Hitler del 1932 che lo portò al potere e ho trovato delle cose addirittura identiche a quello che dice Grillo».
Qualcuno storce il naso? Ebbene ecco che il Cavaliere dissipa dubbi affrettandosi a ricordare un passaggio di quei discorsi: «Hitler diceva: noi stiamo male per colpa di questi politici, di questo governo e per colpa di una comunità ebraica che ha preso tutto il potere economico e aggiungeva: dobbiamo individuarli uno per uno ed eliminarli. Solo così potremo costruire un Paese giusto». «Vedete - sottolinea Berlusconi - Grillo dice esattamente la stessa cosa». Per l'ex premier comunque «c'è una spiegazione al voto per Grillo e i suoi: con questi governi ci sono 1,2 milioni di disoccupati in più. Queste persone vogliono vendicarsi contro questi governi e votano il M5S. Andando avanti così la situazione in Italia e in Europa peggiorerà. Agli italiani delusi e amareggiati, che sono quasi il 50 per cento dico che devono assolutamente prendere atto che invece di stare alla finestra da spettatori devono diventare giocatori in campo con il loro voto». Dopodiché sottolineando «come, in Europa, il M5S non conterà nulla non avendo alcun alleato europeo», precisa che i grillini «andranno a urlare e saranno ininfluenti». Quindi: «È importante che in Europa ci vada qualcuno che ha la possibilità di difendere i nostri interessi davvero, dare un voto ai piccoli partiti significa gettarlo dalla finestra anche perché -ricorda Berlusconi - il Pd fa parte del Pse, che è minoranza mentre la presenza di FI, con i suoi europarlamentari, è decisiva per la maggioranza del Ppe». Ma Berlusconi a Milano non dimentica certa magistratura («La Corte costituzionale non è più un'istituzione di garanzia, ma è diventato un organo politico della sinistra. Gli ultimi tre presidenti della Repubblica hanno messo tra i 15 componenti della Corte cinque loro amici di sinistra») e naturalmente Renzi: «Non credo che questa legislatura e questo governo potranno arrivare al 2018. Se la cura economica è sempre la stessa della sinistra, con sempre più tasse e un aggravamento della situazione economica, tra un anno, un anno e mezzo, si torna alle urne. Finora Renzi è stato largo di suggestioni ma su 12 risultati che aveva dato per certi ne ha prodotto uno solo. Abbiamo avuto chiaro che il governo è rimasto lo stesso dietro la faccia giovane e simpatica, è di sinistra, sostenuto dalla sinistra e fa cose di sinistra come aumentare le tasse su casa conti correnti».
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