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Rai, nasce il gruppo di giornalisti vicini a Grillo

Prima riunione, a Saxa Rubra, dei giornalisti di varie testate Rai che si ispirano al Movimento 5 Stelle

Rai, nasce il gruppo di giornalisti vicini a Grillo

Il nuovo parlamento non si è ancora insediato ma già a Viale Mazzini si registrano le prime scosse di assestamento. Oggi alla sede Rai di Saxa Rubra, nella sala dell’Usigrai (il sindacato di base aziendale) c’è stata una prima riunione di giornalisti di diverse testate che hanno deciso di dare vita, ispirandosi al Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, a Giornalisti in Movimento. Si tratta, a quanto dicono, del "primo coordinamento all’interno dell’azienda libero da risvolti ideologici, partitici e soprattutto trasversale rispetto ai sindacati di categoria". Il grillismo, dunque, comincia a fare proseliti anche in casa Rai. Chissà come la prenderà Grillo, che di recente ha detto che, fosse per lui, venderebbe due canali su tre lasciando alla Rai una sola rete. E, soprattutto, chissà se da questi giornalisti "allineati" al M5S lui accetterà di farsi intervistare, invece di ricorrere solo e soltanto al web, alle piazze e ai giornali stranieri.

Presenti alla riunione, tra gli altri, Fabrizio de Jorio (Televideo); Carlo Morosetti, Maria Teresa Fabris (Tg2); Teresa De Santis (vicedirettore Televideo ed ex vicedirettore Tg1); Leonardo Metalli (Tg1), Fabrizio Noli, Fabrizio Strafile, Gian Luigi Indri, Stefano Anderson (Gr Rai); Pietro Raschillà (Uno Mattina), Antonio Cardin, Nello Rega.

I membri di "Giornalisti in movimento" chiedono con urgenza alla governance della Rai "trasparenza sui conti dell’azienda, sugli appalti esterni, le modalità con le quali vengono assegnati, le società e i consulenti che lavorano per la Rai e gli emolumenti che percepiscono e a quale titolo. Si chiede inoltre, in tempi di crisi e di spending review, di porre fine a sprechi, compensi faraonici e viste le numerose professionalità sotto utilizzate, ridurre drasticamente il ricorso a consulenze esterne e all’outsourcing, rendendo trasparente l’affidamento di appalti con la pubblicazione sul sito aziendale dei nomi delle società e dei soci, oltre ai compensi erogati e per quali finalità".

Il coordinamento di "Giornalisti in Movimento" tornerà a riunirsi anche per parlare delle "esigenze di un servizio pubblico indipendente dai partiti, del progressivo svuotamento di professionalità, dell’obsolescenza del brand, della valorizzazione del merito, della sottoutilizzazione delle risorse interne, registi, tecnici, scenografi, autori, operatori e del fenomeno allarmante della pochezza dei palinsesti". La domanda che sorge spontanea è questa? Riceveranno, o no, la "benedizione" di Grillo? E in caso contrario resteranno in movimento o cambieranno nome?

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