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Reality sui profughi: la Boldrini si smarca e viene sbugiardata

La presidente della Camera: "Non sapevo dei vip, avrei detto di no". Ma lo show doveva andare in onda nel 2012, quando lei era all'Onu

Reality sui profughi: la Boldrini si smarca e viene sbugiardata

«Come Portavoce dell'Alto commissariato Onu ho suggerito alla Rai un format per far conoscere all'opinione pubblica italiana le condizioni vere dei rifugiati». Così la presidente della Camera, Laura Boldrini, ammette di aver dato l'idea per un programma da realizzare nei campi profughi ma lancia il sasso e nasconde la mano. Per ripararsi dalle polemiche piovute da ogni dove, tenta, inutilmente, di ripararsi dietro una mezza verità. Ma le bugie hanno le gambe corte e a poche ore dalla sua lettera inviata a Repubblica nella quale precisa di aver, sì partorito l'idea, ma come «operazione di sensibilizzazione e non come reality, con gente comune di idee diverse tra loro in tema di asilo e comunque non certo con vip», ecco puntuale la smentita. Una smentita che arriva direttamente - anzi indirettamente - dai vertici di Mamma Rai, attraverso un'intervista rilasciataa l'Espresso dal direttore di Raiuno Giancalo Leone, il 7 settembre 2012, nella quale si annunciava la messa in onda di Mission. Dopo aver difeso il reality «Pechino-Express», Leone racconta di «una nuova sfida Rai con una trasmissione dove i vip si trasferiscono nei posti più disagiati e sofferenti del pianeta per fornire il loro aiuto concreto». Insomma la novità di Mamma Rai già a settembre di un anno fa, era rappresentata dalla nuova frontiera del dolore, un format che lo stesso direttore ritiene idoneo per «sensibilizzare la gente comune alle esigenze del mondo». E svela anche il titolo di questo programma su cui punta così tanto: Mission. Appunto. Senza volerlo, con queste dichiarazioni Leone si smarca, lascia il cerino acceso in mano alla Boldrini e fa traballare, anzi cascare del tutto, la giustificazione dell'«io non c'ero e se c'ero ero distratta», della presidente della Camera, che sulla lettera a Repubblica tenta il colpo grosso per ripararsi dalle critiche scrivendo: «Il mio coinvolgimento si è interrotto quando ho lasciato l'incarico di portavoce per candidarmi alle politiche e poi come presidente della Camera, non ho avuto più tempo né titolo per occuparmene». Peccato che Mission, secondo l'intervista di Leone, doveva andare in onda nella prima serata del sabato già a dicembre del 2012,ossia quando la Boldrini era ancora portavoce dell'Alto commissariato Onu.

Intanto la Rai rassicura «l'ideatrice» del programma, ora presidente della Camera, con un comunicato stampa in cui spiega: «Il servizio pubblico saprà muoversi nel rispetto della dignità delle persone, dei rifugiati e della sensibilità dell'opinione pubblica». Intanto vola sulla rete l'appello «NoMission», lanciato sul sito di petizioni on-lineChange.

org da Andrea Casale, studente universitario della Facoltà di Parma, che da martedì scorso ha raccolto una media di mille e 250 adesioni all'ora.

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