Renzi bombarda il Pd di mail Bersani attacca: «È irregolare»

P oteva mancare un caso Napoli alle primarie del Pd? No, e infatti non manca. Ieri Matteo Renzi è sbarcato nella città che (come tutto il Meridione) ha regalato risultati massicci al segretario del Pd, per cercare la rimonta alla vigilia del ballottaggio. E ha denunciato a gran voce quel che i suoi supporter locali gli avevano appena raccontato: a Napoli i dirigenti del Pd hanno fatto sparire tutto il materiale relativo al voto di domenica: schede, registri degli elettori, perfino le urne. Tutto affidato all'Asia (l'azienda partenopea che si occupa dello smaltimento rifiuti) e finito in discarica lunedì a ora di pranzo, quando a Roma non erano ancora finiti i conteggi e c'erano ancora - regolamento alla mano - 24 ore di tempo per eventuali ricorsi.
I renziani, che avevano chiesto di poter prendere visione dell'elenco dei votanti per controllare alcuni seggi dove erano stati segnalati casi sospetti (più votanti che registrati, addirittura persone che risultavano aver votato senza essersi mai presentate e cosi via), sono rimasti basiti quando si son sentiti rispondere che era impossibile, perché il materiale era stato tutto distrutto. «È sconvolgente, in un paese normale dovrebbe essere online, e invece qui l'elenco dei votanti è stato distrutto», insorge Renzi. D'altronde Napoli è la città dove, appena un anno fa, le primarie per il candidato sindaco furono annullate per una quantità inverosimile di brogli e contestazioni, e Bersani dovette mandare di gran carriera Andrea Orlando a commissariare il Pd prima che i conti venissero regolati con altri mezzi.
Ma Renzi ha deciso di andare al contrattacco sulle regole, cercando di forzare il blocco che i bersaniani oppongono ai nuovi votanti. Quelli che per il sindaco di Firenze possono fare la differenza, e che per Bersani invece «inquinano» il voto. Ieri sera ha fatto partire una mail, diretta a tutti coloro che si sono iscritti online per partecipare al ballottaggio, per invitarli ad andare al seggio e chiedere di poter votare. E il suo comitato ha chiesto ai «garanti» delle primarie di lasciarli votare, per evitare «brogli e controversie» sul risultato. Un'accelerazione che infiamma ancor più il clima di uni scontro che era andato avanti per tutta la giornata, con Bersani che accusa il competitor di voler «sfregiare le primarie». Sono quasi 130mila le richieste di partecipare al ballottaggio arrivate tramite il sito allestito dai supporter di Renzi, e molte altre sono arrivate via mail o di persona. Secondo Luigi Berlinguer, capo dei «garanti», il permesso sarà concesso solo in casi «eccezionali», anche se domenica scorsa aveva affermato in tv che per votare sarebbe stato sufficiente «iscriversi nei giorni previsti», cioè fino a ieri. Si rischia il caos procedurale. «Ho dovuto giustificarmi come a scuola», lamenta un aspirante elettore intervistato da Repubblica tv, «eppure non ho mica rubato, chiedo solo di poter votare».

«Le regole possono piacere o no, ma non si cambiano in corso d'opera», dice Bersani. «Davvero qualcuno pensa di poter rimandare indietro dal seggio chi vuole votare, solo per paura che non votino il candidato ufficiale?», replica Renzi.

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