«Una sentenza fondata sul nulla», replica Silvio Berlusconi. «Motivazioni inesistenti», fanno eco i legali. E anche l'azienda, ieri ha fatto sentire la propria voce, dopo l'uscita delle motivazioni della Cassazione. «Sempre operato in totale legalità e trasparenza in un settore cruciale della sua attività, quale l'approvvigionamento di contenuti televisivi», ha tuonato Mediaset. I vertici aziendali sottolineano la buona fede dimostrate «dal fatto che davanti all'opportunità di eliminare ogni rischio penale attraverso un condono fiscale tombale», hanno deciso di non perseguire questa pista. In una nota Mediaset fa notare che «solo negli ultimi dieci anni, ha versato allo Stato circa 6,5 miliardi di euro. Palese la sproporzione rispetto a una presunta evasione pari a soli 7,3 milioni di euro: il presunto risparmio ammonterebbe a circa lo 0,1% del totale pagato».
Mediaset ribadisce che non c'è stata alcuna «interferenza da parte di Silvio Berlusconi sull'operato degli organi sociali che hanno sempre avuto cura di perseguire gli esclusivi interessi della società e di tutti i suoi azionisti». Entrando nel merito dei diritti tv spiega che «il valore degli acquisti di prodotto fornito da Frank Agrama non supera l'8% dei volumi complessivi di investimenti in contenuti di Mediaset.
E tutte e tre le sentenze in merito (primo grado, appello e Cassazione) escludono l'esistenza di prova di retrocessione di denaro da parte di Agrama alla società o ai suoi azionisti che semmai avrebbero dovuto essere identificati come parte lesa viste le somme pagate da Agrama ad alcuni dirigenti dell'ufficio acquisti Mediaset per garantirsi continuità di rapporto di fornitura». Dirigenti che, peraltro, sono stati rimossi dai loro incarichi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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