Le ricette? Costano un milione al giorno

Per ogni stampata lo Stato spende 40 centesimi. Le prescrizioni on line ferme da un anno: spreco folle

Le ricette? Costano un milione al giorno

Roma - La ricetta «rosa» manda in rosso i conti della sanità. È possibile spendere 400 milioni di euro all'anno in carta? Ed è possibile che 159 milioni di euro di spesa siano dovuti a banali errori? Ebbene sì. Sembra che in Italia anche questo sia possibile. Tanto ci costano le ricette «rosa» emesse da medici di famiglia, ospedalieri e Asl per prescrivere farmaci ed esami a carico del servizio sanitario nazionale. Circa 159 milioni invece sono le ricette che finiscono inutilizzate nella spazzatura. Quante cose si potrebbero fare con quella cifra? Comprare apparecchiature più moderne o semplici garze visto che negli ultimi tempi scarseggiano. Anche garantire qualche posto letto in più negli ospedali dove si lasciano i pazienti in barella.
Si tratta di calcoli deduttivi basati però su dati precisi che portano alla cifra di almeno un milione di euro al giorno. Ovvero quanto ci costa (al ribasso) ogni anno la mancata dematerializzazione dei documenti sanitari. Parola affascinante «dematerializzazione». Suona come la formula di un incantesimo. E infatti i nostri amministratori devono avere pensato che l'attivazione della ricetta elettronica potesse realizzarsi così come per incanto visto che si prevedeva una entrata a regime entro il 2012.
Come si arriva a un costo così spropositato? La carta della ricetta rosa è fornita dai poligrafici dello stato ed è di un tipo particolare per evitare il rischio di facili contraffazioni. Poi c'è la stampa. Costo finale circa 40 centesimi a ricetta. I medici di medicina generale (Fimmg) sono circa 50.000. Tra questi i massimalisti, quelli che hanno raggiunto il tetto massimo dei pazienti, arrivano a emettere 150 ricette al giorno. Anche a tenersi bassi abbiamo almeno un miliardo di ricette rosa emesse in un anno. Un dato che indirettamente viene confermato dalle cifre, queste certe, fornite dai Pierluigi Bartoletti, segretario della Fimmg Lazio. Nel 2012 i medici Fimmg del Lazio hanno sfornato 60 milioni di ricette. Di queste il 75 per cento riguardava la prescrizione di farmaci, il restante 25 per cento la specialistica (esami di laboratorio, ecografie, radiografie). Soltanto nel primo trimestre del 2013 sono state emesse nel Lazio 15 milioni e 400.000 ricette rosa per farmaci e 4milioni 270.000 di specialistica. Le ricette emesse in un anno potrebbero essere molte più di un miliardo (visto che non abbiamo una cifra per quelle emesse da ospedali e Asl) ma atteniamoci a questa cifra e confrontiamola con quella registrata da Federfarma sul suo sito che invece si riferisce alle ricette ritirate dalle farmacie: circa 591 milioni. Un confronto che ci serve a calcolare in modo ipotetico ma realistico un altro spreco nello spreco. Quello denunciato alla Corte dei Conti da un farmacista di Colorno: le ricette rosa inutilizzabili. Su un miliardo di ricette il 75 per cento riguarda farmaci, dunque 750 milioni. Di queste però le farmacie ne registrano soltanto 591 milioni. E gli altri 159 milioni? Si tratta probabilmente di ricette mai usate perchè perse o errate: costo 60 milioni.
Ma perché la ricetta elettronica non è partita? Bartoletti spiega che il processo si è avviato ma ad un certo punto si è inceppato. La dematerializzazione è affidata al Ministero dell'Economia e delle Finanze (Mef). «Nel Lazio la fase A che prevede la trasmissione dei dati al Mef è conclusa -spiega Bartoletti- Ora si dovrebbe passare alla ricezione del numero di protocollo di riferimento da parte del Mef con il quale poi il paziente va in farmacia, evitando così il ricorso alla carta. Ma non c'è un sistema omogeneo pronto sul territorio per far comunicare tra loro tutte le strutture sanitarie: medici di base, Asl e ospedali». In alcune regioni la sperimentazione è iniziata, sempre affiancata dall'emissione della ricetta cartacea, e va malissimo. Il segretario nazionale Fimmg , Giacomo Milillo, racconta la sua esperienza.

«Se tutto funziona per emettere una ricetta elettronica occorrono 3 minuti -spiega Milillo- Per 100 ricette dovrei impiegare quasi 5 ore al giorno togliendole all'assistenza dei malati. Il mio parere è che il sistema imposto dalla Sogei è troppo rigido e non ha tenuto conto delle diverse esigenze delle strutture sanitarie».

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