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Riciclaggio e falso: di nuovo in manette «Monsignor 500»

Nuova bufera sullo Ior. Il nome è ancora quello di monsignor Nunzio Scarano, ex responsabile dell'amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica. Era finito in manette a giugno con l'accusa di truffa, corruzione e calunnia, e poi messo ai domiciliari nella sua abitazione di Salerno. Ora è arrivato un nuovo arresto per «Monsignor 500», chiamato così per la sua passione per le auto d'epoca.
L'accusa, questa volta, è concorso in riciclaggio e falso in atto pubblico. Il prelato, infatti, avrebbe organizzato finte donazioni per diversi milioni di euro provenienti da società off-shore e transitate su conti dello Ior nella disponibilità dello stesso Scarano. Somme utilizzate per coprire un grosso giro di affari e reimpiegate per l'acquisto di beni, costituzione di società ed estinzione di un mutuo, di 588 mila euro, intestato a una società immobiliare di cui Scarano è socio.
Insieme a lui è finito ai domiciliari anche un altro sacerdote, don Luigi Noli, che secondo quanto emerge dagli atti giudiziari di un anno fa, era l'amante del monsignore. Dalle intercettazioni, infatti, trapelano dettagli che svelerebbero il rapporto di intimità tra i due religiosi.
Le Fiamme Gialle hanno sequestrato beni immobili e conti correnti, alcuni dei quali alla «banca vaticana», per circa due milioni di euro. In particolare, gli agenti hanno apposto i sigilli a un prestigioso appartamento di 17 vani, residenza del prelato, nel centro storico di Salerno.
In pratica, il monsignore avrebbe contattato una sessantina di persone chiedendo ad ognuno la compilazione di un assegno circolare di circa 10mila euro, spiegando di dover ripianare i debiti di una società immobiliare titolare di alcune abitazioni nel centro di Salerno. Ma faceva poi figurare queste somme come «finte donazioni per i poveri» che diventavano contanti da gestire sui conti correnti della banca vaticana. Il prelato consegnava, a chi voleva far sparire denaro, delle buste che contenevano contanti prelevati direttamente dallo Ior. Un giro di soldi che aveva per clienti imprenditori, medici, e anche politici, che poi si ritrovavano il frutto delle donazioni sui conti off-shore.
Dalla banca vaticana fanno sapere che «i conti di monsignor Scarano allo Ior erano stati congelati fin dal luglio scorso e che tutte le informazioni riguardanti gli ultimi dieci anni di attività su questi conti sono state sottoposte alle autorità».
Alla notizia del nuovo arresto monsignor Scarano ha accusato un malore e il suo legale ha chiesto al gip in maniera urgente la visita psichiatrica.
Intanto il ministero della Giustizia ha avanzato una richiesta di rogatoria al Vaticano. «Come ha risposto in precedenza a tutte le altre richieste di rogatoria internazionale - ha fatto sapere il portavoce padre Federico Lombardi - il Vaticano risponderà tempestivamente anche questa volta».
Il gip Dolores Zarone, nell'ordinanza di custodia agli arresti domiciliari, ha scritto che monsignor Scarano «è una persona inquietante, soggetto dedito alla vita mondana in grado di ricorrere a ingannevoli e spregiudicati artifizi per non figurare nelle operazioni finanziarie».
E a proposito di vita mondana, «Monsignor 500» era solito allenarsi nella palestra «Moves Fitness» di via dei Coronari, a Roma, una delle più prestigiose del centro, a due passi da Piazza Navona. Chi lo ha visto in palestra, ricorda che indossava sempre un orologio di lusso d'acciaio e oro e aveva il cellulare con sé. Scarano si dedicava un'oretta alla cyclette e leggeva la Bibbia durante l'allenamento.

«Era una persona molto riservata, non parlava tanto - racconta Luigi, titolare della palestra - la notizia del nuovo arresto ci ha sorpresi molto».

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