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Riforma del lavoro, Monti: "Se il Paese non è pronto, potremmo anche lasciare"

Il premier: "Spero di ottenere un risultato in tempi non troppo lunghi". E assicura: "I sacrifici sono distribuiti equamente". La Fornero: "Non snaturare il ddl"

Riforma del lavoro, Monti: "Se il Paese non è pronto, potremmo anche lasciare"

In missione in Asia con uno sguardo costante all'Italia. I vertici sulla riforma del lavoro sono terminati, ma il governo continuerà a confrontarsi (a distanza) con le parti sociali e soprattutto inizierà l'iter parlamentare. Parlando sull’aereo che lo stava portando da Astana e Seul, il presidente del Consiglio Mario Monti è tornato a difendere il lavoro fatto sino ad ora ribadendo che la riforma stesa dal governo è "equa e incisiva". Proprio per questo, fermo restando che il parlamento è "sovrano", il premier intende puntare sull'ottenere "un risultato finale, in tempi non troppo lunghi, il più vicino possibile al testo" varato dal Consiglio dei ministri settimana scorsa. Altrimenti il governo potrebbe anche valutare di fare un passo indietro e rimettere il proprio incarico.

Già a Cernobbio, in occasione del metting organizzato dalla Confcommercio, Monti aveva spiegato che la situazione di crisi economica non è ancora alle spalle e che l'Italia deve fare ancora molto. Volando in missione in Asia, il Professore ha ammesso di sentire "il peso delle decisioni non facili". Decisioni che vengono dettate dal fatto che la situazione italiana era "piuttosto grave". "Abbiamo cercato di essere equi nel distribuire i sacrifici - ha sottolineato il premier - per risanare il Paese". Secondo Monti, infatti, lo scopo delle riforme e dei sacrifici chiesti resta fare crescere l’Italia: "Ci vuole un po' di tempo, non ci si può illudere che questo avvenga dall’oggi al domani, dopo qualche decennio gestito in modo non ottimale diciamo". Da quel 16 novembre, da quando cioè è arrivato a Palazzo Chigi, Monti ha dovuto, infatti, prendere diverse decisioni difficili imposte dalla crisi economica. E, forte di questa consapevolezza, ha voluto mandare un chiaro segnale alle forze politiche che lo sostengono in parlamento: "Se il Paese non si sente pronto per quello che noi riteniamo un buon lavoro non chiederemmo" di andare avanti. Prendendo a prestito una vecchia dichiarazione di Giulio Andreotti ("È meglio tirare a campare che tirare le cuoia"), Monti ha assicurato che l'obiettivo del governo è "fare un buon lavoro". Un obiettivo, a detta del Prof, "più ambizioso della durata".

Il governo, è il ragionamento di Monti, ha sempre cercato di essere equo nel distribuire i sacrifici o i contributi delle diverse parti economiche e sociali al risanamento del sistema Italia. "Quando si tratta di lavoro - ha sottolineato il presidente del Consiglio - è chiaro che il rispetto per tutti i soggetti coinvolti nella consultazione è grande". Per il governo il punto fondamentale resta il non stravolgere il testo della riforma. Anche il ministro del Welfare Elsa Fornero, in una intervista a Repubblica, ha aperto alla possibilità di introdurre modifiche, ma non è disposta ad accettare che il disegno di legge venga "snaturato o sia ridotto in polpette". Da qui l'appello al parlamento affinché ne rispetti l’impianto e i principi basilari: "In caso contrario dovrà assumersi le sue responsabilità e il governo farà le sue valutazioni".

La battaglia della sinistra si concentra soprattutto sulle modifiche apportate dal governo all'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. L'impostazione della riforma voluta dall'esecutivo è chiara: nei licenziamenti per motivi economici oggettivi è previsto l’istituto dell’indennizzo e non quello del reintegro. "Questo principio base della legge dovrà essere rispettato", ha avvertito la Fornero ricordando che il provvedimento servirà ad aumentare l’occupazione. Per il momento la Cgil non ha ancora presentato controproposte. Susanna Camusso si limita ad proclamare scioperi e ad attaccare l'esecutivo. Anche il Pd tentenna.

Pier Luigi Bersani si è più volte dichiarato disponibile a una "manutenzione" dell’articolo 18, ma non è ancora chiaro cosa questo significhi.

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