RomaPiccolo prezzo, grande inganno. Dietro un giocattolo contraffatto c'è un universo triste, senza scrupoli e in continua espansione. Tu credi di risparmiare e a Natale, periodo maggiormente deputato all'acquisto, metti a repentaglio la salute dei bambini. Ce ne sarebbe per scendere in piazza.
Riferisce Antonio Tajani, vice presidente della Commissione europea che ieri ha presentato la campagna europea «Giocattoli più sicuri per i nostri bambini», che il mercato del giocattolo tarocco fattura quanto il traffico di stupefacenti. Un mercato in mano ai cinesi che falsificano il marcio CE clonandolo anche se, a ben vedere, le due lettere sono quasi sempre più vicine tra loro che nell'originale. E giustificando poi l'abbreviazione come se fosse di «China Export». Praticamente ci trattano da fessi. «Solo i giocattoli che rispettano le regole della direttiva europea hanno il marchio CE. E per proteggere i nostri figli, è essenziale assicurarsi che i giocattoli che compriamo abbiano questo marchio - dice Tajani -. Del resto, il fenomeno dei giocattoli non conformi è molto esteso, rappresentando circa un quarto di tutti i prodotti a rischio. E possono essere dannosi per la salute e la sicurezza dei bambini».
Qualche esempio inquietante. Gli ftalati utilizzati per ammorbidire la plastica con cui sono fatti alcuni giocattoli sono vietati in quanto danneggiano fegato e reni. Altre sostanze chimiche pericolose sono quelle a volte utilizzate come ritardanti di fiamma, causano problemi al sistema nervoso, alla crescita e al sistema ormonale. Alcuni giocattoli, poi, hanno piccoli pezzi mobili che possono provocare il soffocamento in bambini molto piccoli; altre tipologie a rischio sono alcuni pupazzi o figurine mescolati al cibo senza involucro a parte. E ancora, vi sono fasciatoio o seggioloni poco stabili che rischiano di intrappolare il bambino. «La Commissione europea - aggiunge Tajani - ha promosso norme comuni per rafforzare la sorveglianza dei mercati e la tracciabilità dei prodotti. La lotta alla contraffazione è una delle priorità della Commissione per uscire dalla crisi e rilanciare competitività e occupazione.
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