Roma - Prezzi stracciati e puntualità a ogni costo. Sono le carte vincenti di Ryanair, la più famosa compagnia low-cost del mondo, quella che ha rivoluzionato il modo di viaggiare rendendo il trasporto aereo accessibile a tutti. Ma la mania di non tardare neanche un minuto, la stessa che a fine tratta viene evidenziata dall'annuncio «anche questa volta puntuali come nel 99 per cento dei voli», il 23 settembre poteva costare la vita a 141 passeggeri. Lo denuncia «Spiegel Online», il giornale tedesco, svelando che quel giorno il volo partito da Manchester e diretto in Germania ha rischiato di schiantarsi a terra.
Un disastro mancato solo per un pelo, che è stato classificato dal Bfu, l'Ente federale per le indagini sugli incidenti aerei con sede a Braunschweig, come «grave». E non è escluso che nel prossimo futuro l'episodio possa essere oggetto di un'inchiesta più accurata, anche in virtù del fatto che la compagnia irlandese da qualche tempo è al centro di scandali e incidenti che rischiano di minarne la credibilità.
Ma il 23 settembre si è realmente sfiorata la tragedia sul Boeing 737 decollato da Manchester. Tutto è successo perché, quasi giunto a destinazione, il volo aveva accumulato un ritardo di trenta minuti. Questione gravissima perché Ryanair non ammette che i suoi aerei non siano puntali. Così, sentendosi sotto pressione come ammetteranno più tardi comandante e pilota, si pensa di usare un escamorage: puntare alla pista da una direzione diversa da quella originariamente prevista o comunque assegnata al velivolo in fase di atterraggio all'aeroporto di Memmingen. Tutto ciò al fine di risparmiare minuti preziosi nella fase di rullaggio verso il gate. Ma la strumentazione nella cabina di pilotaggio diventa improvvisamente rossa lanciando l'allarme «Terrain, terrain. Pull up, pull up». A quel punto i due si rendono conto di aver programmato il pilota automatico inserendo un'altitudine sbagliata e provocando una discesa troppo brusca. L'aereo a tratti inizia a perdere quota, fino a mille metri al minuto. A 140 metri da terra, rischia la collisione con il terreno. In extremis il pilota si riappropria della cloche e risolleva il muso dell'aereo, mentre i passeggeri sono nel panico.
«Inizialmente pensavamo che l'aereo perdesse quota a causa di vuoti d'aria - raccontano in molti una volta scesi a terra - poi ci siamo resi conto che qualcosa non andava e stavamo atterrando troppo velocemente.
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