Ieri Papa Francesco si è rivolto alle suore del mondo e ha detto che «la consacrata è madre, deve essere madre e non zitella » («scusatemi, parlo un po’ così...»ha aggiunto)e che la sua è una «castità feconda che genera figli spirituali». Ecco come la scrittrice Melissa Panarello racconta le «zitelle» di ieri e di oggi.
In Sicilia una donna non sposata viene indicata con l'elegante termine signurina, a prescindere dall'età anagrafica. Mi ha sempre colpito l'assonanza fra zitella e zita, che in dialetto siciliano ha il significato opposto: fidanzata. Stessa radice per un epilogo diverso.
Dalle mie parti è praticamente impossibile sentir parlare di zitelle, il rischio di far confusione è altissimo. Le signorine erano quelle donne destinate a non essere mai chiamate Signore, quelle che rimanevano impigliate alla condizione di figlie e per le quali l'unica forma di evoluzione e realizzazione possibile poteva essere quella di trovare marito, formare una famiglia e dedicare tutti i propri talenti alla prosperità della casa e del clan. Superata l'età in cui era ancora possibile nutrire una speranza, si passava dall'essere ragazze un po' sfortunate a zitelle, dalla disgrazia all'onta, dal caso alla maledizione.
Un tempo le zitelle erano circondate da un'aura misteriosa, quasi magica, molte di loro erano temute perché nessuno, davvero, sapeva che tipo di vita conducessero. Alcune, addirittura, erano considerate streghe. Donne infeconde, non solo biologicamente, ma spiritualmente, prive ormai di ogni creatività, quindi di ricchezza. Aride, acide.
Da quando le donne hanno cominciato a render visibile la propria individualità, con o senza uomini accanto, la zitella è tragicamente tramontata lasciando spazio a una rampante, tonicissima, single. Si potrebbe pensare che la zitella e la single siano in pratica la stessa cosa chiamata con nomi diversi, ma non è esattamente così.
Quel che spesso non si dice è che fra le zitelle di un tempo si contavano moltissime donne omosessuali che non potevano in alcun modo rivelare la propria natura. Avevano quindi rapporti clandestini con altre donne, oppure sceglievano la solitudine perpetua perché affatto interessate agli uomini. Non erano da sole perché sfortunate, ma perché il matrimonio sarebbe stato contro natura: la propria, appunto. Oggi una donna può dirsi libera di esprimere il suo orientamento, con tutti i limiti che impone l'attuale società, ed essere considerata fidanzata quando si accompagna a un'altra donna.
Se, inoltre, la zitella accettava passivamente la propria condizione senza avere alcun potere per cambiarla, la donna single ha la capacità di sovvertire la sorte in qualunque momento, a qualsiasi età. È una donna attiva, vibrante, che sa bastare e badare a se stessa. Fino a un certo punto. Ovvero, fino a che persino la propria amata solitudine diventa come un marito esigente e ci si rende conto che fare coppia con se stesse, per lungo tempo, può affaticare tanto quanto un noiosissimo matrimonio. E quindi la donna che fino a qualche anno prima non avrebbe mai barattato la propria libertà con un rapporto di coppia, improvvisamente cambia opinione e adopera tutti i mezzi a propria disposizione per raggiungere il traguardo. A una zitella d'ancien regime questo sembrerebbe modernissimo. Una signora di cinquant'anni, negli anni 70, era come un terreno incolto su cui nessuno si sarebbe sognato di piantare fiori, nemmeno lei stessa. Oggi una donna di quella stessa età può ancora coltivare sogni magnifici.
Un'altra differenza fra zitella e single sta nel fatto che quando le donne erano zitelle non esisteva corrispettivo maschile. E, se c'era, non era contemplato dal linguaggio. Single è bisex, applicabile tanto alle femmine quanto ai maschi: un altro mattone che si inserisce nella lunghissima strada della parità tra i sessi.
Da ottima zitella, quindi strega, quale sono devo ricorrere a un esempio esoterico: negli Arcani Maggiori dei tarocchi, le figure femminili più importanti sono la Papessa e l'Imperatrice. La prima rappresenta una donna mistica, spirituale, non interessata agli aspetti sensuali della realtà, orientata alla ricerca del sé: guida, faro di sapienza. L'Imperatrice è invece una donna creativa, viva, feconda, amante, Madre.
Col tempo «zitella» è passato a indicare le donne non sposate già avanti negli anni e che quindi sarebbero invecchiate sole.
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