Un romano su dieci è allergico al cipresso

È aumentata negli anni la sensibilità a questo tipo di polline: i medici dell'ospedale Bambino Gesù spiegano quale sono i sintomi e come intervenire

Lo spettro degli abitanti della capitale si chiama cipresso. Un romano su dieci è allergico a questo tipo di polline e inizia a starnutire appena vede una di queste piante. Una condanna dal momento che a Roma i cipressi si sono moltiplicati negli ultimi anni e che la primavera è ormai alle porte.
La cosa singolare è che come fonte allergenica il cipresso è stato scoperto solo recentemente. Dal punto di vista epidemiologico, infatti, le persone sensibili fino a qualche anno fa rappresentavano una curiosità mentre ora il numero degli allergici a questo polline è aumentato raggiungendo il 10 per cento dei romani. Un trend che potrebbe essere legato al riscaldamento globale del pianeta responsabile dell'accrescimento della quantità dei pollini rilasciata dalla pianta.
In Italia la prima segnalazione dell'aumento dei casi di allergia al cipresso è partita proprio da Roma 12 anni fa. Insistenti segnalazioni sono giunte poi dalla Turchia, dalla Spagna, dal sud della Francia e dal nord del Marocco.
All'ospedale pediatrico Bambino Gesù il test cutaneo viene eseguito di default e il 10-15 per cento dei bambini che viene sottoposto alla prova allergica risulta positivo. In particolare sono maggiormente sensibili gli adolescenti. Si stima che su 800mila bambini tra 0 e 14 anni che vivono nel Lazio (di cui 230mila tra i 10 ed i 14 anni) la percentuale degli allergici oscilli tra i 5mila e i 15mila.
Il periodo nero per chi è sensibile è piuttosto ampio: pur variando da specie a specie, il picco della pollinazione va da gennaio a marzo, con qualche colpo di coda nel mese di aprile. Nel sud Italia ed in altre zone del Mediterraneo, la pollinosi da cipresso può cominciare già da novembre e protrarsi fino al giugno. Il contatto con le micro particelle comporta reazioni alle vie respiratorie superiori: le più comuni manifestazioni sono le riniti, le congiuntiviti, le infiammazioni alla gola, tosse e, in misura minore, l'asma. Una particolare caratteristica di questo polline, tuttavia, è quella di non scatenare allergie alla frutta.
«Se i sintomi sono quelli tipici delle pollinosi, anche le terapie sono le stesse» sottolinea Alessandro Giovanni Fiocchi, Responsabile di Allergologia del Bambino Gesù. «In caso di rinite acuta si ricorre agli antistaminici e al cortisone spray - spiega Fiocchi - per placare la tosse si possono utilizzare i broncodilatatori, mentre per i casi più complessi e per prevenire manifestazioni asmatiche (ma si tratta di casi eccezionali) è possibile intervenire con cicli di corticosteroidi o con farmaci ancora più importanti. Per la congiuntivite bisogna ricorrere a tutte le armi a disposizione, dal collirio antistaminico sino a cicli brevissimi di pomate cortisoniche».
«Ma la guerra alle allergie - prosegue Fiocchi - si vince solo con i vaccini, ovvero con la iposensibilizzazione specifica al cipresso, disponibile sia nella tradizionale somministrazione sottocutanea che per via sublinguale».


Una curiosità: tra le appartenenti alle Conifere, le piante di cipresso - largamente usate nelle alberature stradali, come barriere anti rumore o come ornamento nelle aree cimiteriali - sono le uniche in grado di scatenare allergie respiratorie. Benché il polline sia piuttosto pesante e tradizionalmente scarso in quantità, è tuttavia sufficiente a dare fastidio ai romani e agli abitanti del Lazio in genere.

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