
La sinistra al suo peggio. Nella piazza pro-Gaza promossa dalle forze del progressimo italiano politico un giornalista come Gad Lerner, lontani anni luce dalla destra di governo, è stato ricoperto di fischi. Una situazione paradossale che evidenzia tutte le contraddizioni che albergano a sinistra, soprattutto quando si parla di politica estera.
L’ex firma del Fatto quotidiano è intervenuto dal palco della manifestazione per Gaza organizzata da Pd, M5s e Avs. “Netanyahu si intesta abusivamente la memoria della Shoah per tentare di darsi un salvacondotto morale. E così induce molta gente anche a dire ‘basta con questi ebrei, ci hanno stufato con la Shoah‘. Ma io vado avanti lo stesso. Chi lavora per la pace rispetta le sensibilità altrui e io a casa non andrò proprio, non saranno certo certe urla a farmici andare”, ha esordito Lerner. Che, giova ricordare, non aveva avuto paura a definirsi un vero “sionista”. "Chi vi sta parlando è un sionista. Mettetevi nei miei panni. Sionista non equivale a essere un assassino", ha precisato la firma progressista. Sono state queste esatte dichiarazioni a far scatenare diversi fischi da parte dei presenti e altrettante contestazioni.
Da qui la conclusione “Chi inneggia ad Hamas sbeffeggia la resistenza. Noi sappiamo che storia non è iniziata il 7 ottobre, già il giorno dopo il quotidiano Haaretz scrisse che la responsabilità di quel disastro è del governo di Netanyahu, un governo di esproprio e annessione. Il massacro e la deportazione di uno dei due popoli oltre che criminale è inverosimile.
La convivenza è l'unica ipotesi possibile. Noi sentiamo la responsabilità anche di difendere Israele da se stesso, dal male che sta facendo a se stesso oltre che agli altri. Noi siamo qui perché vediamo e non possiamo tacere”.