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Il Pdl: "È un colpo di Stato". La pacificazione è a rischio

Pdl sulle barricate dopo la condanna a Berlusconi. Brunetta: "È arrivato il momento di dire basta". Cicchitto: "Si vuol far saltare il quadro politico esistente". Alfano al Cav: "Tieni duro"

Il Pdl: "È un colpo di Stato". La pacificazione è a rischio

"Una sentenza politica". Il Pdl è unanime nel definire così il verdetto pronunciato oggi dai giudici di Milano che hanno condannato Silvio Berlusconi a 7 anni di reclusione e all'interdizione perpetua.

"Tutto ciò non è più accettabile. È arrivato il momento di dire definitivamente basta a questo attacco alla libertà. Il Pdl sarà al fianco del suo leader per combattere questa ennesima battaglia", ha commentato Renato Brunetta aggiungendo che "questa sentenza fa paura: fa paura non solo e non tanto perchè cerca di assassinare moralmente e politicamente Berlusconi, ma perchè mostra agli italiani in che mani sia oggi la giustizia".

Più caustico Fabrizio Cicchitto, secondo cui oggi rischia non sono la vita politica del Cavaliere, ma anche il governo: "Siamo al limite dell’eversione e quindi del colpo di Stato", ha detto, "Così la pacificazione salta, ma non è responsabilità nostra. Questa è un’operazione che punta a far saltare il quadro politico esistente, ma all’irresponsabilità di questo nucleo di magistrati va risposto con responsabilità per quel che riguarda l’aspetto politico. È una sentenza da tribunale speciale, ma mi auguro che il colpo di Stato non riesca".

Angelino Alfano ha invece immediatamente chiamato Berlusconi "per manifestargli la più profonda amarezza e l’immenso dolore di tutto il Popolo della libertà, per una sentenza contraria al comune senso di giustizia, al buon senso e peggiore di ogni peggiore aspettativa". "L’ho invitato, a nome del nostro movimento politico, a tenere duro e ad andare avanti avanti in difesa dei valori, degli ideali e dei programmi che milioni di italiani hanno visto incarnati in lui", ha detto il vicepremier.

Ad ascoltare la sentenza del processo Ruby c'era anche Daniela Santanché, decisa a "guardare in faccia" i giudici che hanno condannato a 7 anni di reclusione e interdizione per Silvio Berlusconi. "È una vergogna, è una sentenza politica che con la giustizia non ha niente a che fare", ha detto l’esponente del Pdl, uscendo dal tribunale, "Ma la giustizia e il governo sono cose diverse. Se il governo fa le cose che servono il nostro sostegno è senza se e senza ma". Poi in serata ai microfoni del Tg3: "Questa sentenza fa parte di un disegno criminale nei confronti del nostro leader Silvio Berlusconi. Ma non permetteremo che ci facciano fuori Berlusconi con sentenze che con la giustizia non c’entrano niente. Non siamo soli, ci sono 10 milioni di elettori con noi".

Alza i toni Gianfranco Rotondi, secondo cui non ci sarà "nessun agguato al governo, ma la risposta politica verrà e sarà fortissima: forse né il Pdl, né Forza Italia sono lo strumento giusto per opporsi al colpo di Stato". Da Michaela Biancofiore a Lucio Malan, da Daniele Capezzone a Paolo Romani, il Popolo della libertà è compatto nel criticare fermamente la sentenza che rappresenta l'accanimento giudiziario nei confronti del Cavaliere.

"Io ho avuto molte divergenze di idee con Berlusconi, me ne sono addirittura andato dal Pdl perchè non credevo più nel suo progetto. Ora mi fanno venire voglia di tornare con lui a combattere quest’ultima nefandezza", ha commentato Guido Crosetto, Coordinatore nazionale di Fratelli d’Italia.

"Sono allibito per come viene esercitata

la giustizia in alcuni tribunali di questo Paese. Non riesco ad avere altre reazioni", ha detto a caldo Maurizio Lupi.

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