"Ruby ter, contro Berlusconi un veleno che inquina la democrazia"

Brunetta: "Leso il diritto della difesa sancito dalla Costituzione". Prestigiacomo: "Folle accusare i testimoni". Malan: "Giustizia staliniana"

"Ruby ter, contro Berlusconi un veleno che inquina la democrazia"

Cinque giorni dopo lo storico accordo sulle riforme tra Silvio Berlusconi e Matteo Renzi, puntuale, viene indagato nel processo Ruby ter. Il primo campanello di allarme, dimostrazione che qualcosa tra le toghe si stava muovendo, è arrivato, a due giorni dalla visita di Berlusconi al Nazareno, con la decisione di fissare per il 10 aprile l'udienza sui servizi sociali. Oggi arriva la seconda mazzata. A orologeria. Una mazzata che, secondo molti esponenti del centrodestra, è uan vera e propria slavina che cerca di tramortire le neonate riforme.

Il nuovo filone d'inchiesta "Ruby ter", che vede indagato a Milano Berlusconi e i suoi avvocati, finisce subito, com'era inevitabile, al centro del dibattito politico. Raffaele Fitto (Forza Italia), sottolinea che "chiunque abbia occhi per vedere comprende ciò che accade: proprio mentre Berlusconi si rende protagonista, nell’interesse del Paese, di un ambizioso tentativo riformatore elettorale e costituzionale, con un timing scientifico arriva una risposta giudiziaria che ha oggettivamente il carattere di una bomba su quel percorso. È più che mai il momento di difendere la democrazia, il ruolo delle istituzioni e delle forze politiche democratiche, evitando di accettare l’idea che l’Italia debba necessariamente vivere in una emergenza dettata dal ben noto circuito mediatico-giudiziario".

Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera, con una frase secca - ma emblematica - gela i giornalisti che gli chiedono un commento sull'inchiesta Ruby ter: "Sto parlando di cose serie come la modifica della legge elettorale". Poi entra nello specifico: "La procura di Milano non delude mai per prontezza di riflessi e rapidità quando si tratta di Silvio Berlusconi. L’accusa di corruzione in atti giudiziari è gravissima e assurda. Coinvolgendo i suoi legali oltretutto lede con ogni evidenza il diritto di difesa sancito nell’articolo 111 della Costituzione sul giusto processo, trasformandolo in reato. Non sappiamo se la coincidenza con il momento politico sia casuale. Di certo fornisce benzina ai nemici della pacificazione nazionale e offre loro veleno con cui inquinare la democrazia".

Deborah Bergamini, responsabile comunicazione di Forza Italia, parla di "iniziativa grottesca, figlia di una condanna - quella in primo grado per il processo Ruby - altrettanto grottesca. Siamo di fronte ad un allargamento sorprendente del ruolo della magistratura, che ora si eleva ad autorità morale, sempre e comunque per finalità politiche. A suggerirlo sono infatti i tempi, coincidenti con l’evidente centralità del Presidente Berlusconi nel percorso delle riforme per il Paese, e i contenuti di questo ennesimo attacco, nel quale persevera l’ingerenza nella vita di una persona e la volontà di avere ragione a tutti i costi, anche contro le evidenze processuali".

L'azzurra Stefania Prestigiacomo si sofferma invece su un dettaglio numerico: "È talmente straordinaria per le accuse l’iscrizione del registro degli indagati nel nuovo processo Ruby-ter di Berlusconi, dei suoi legali e di altre 43 persone che,
certamente, tutto non potrà che finire in una bolla di sapone. Pensare che ci sia stata corruzione di decine e decine di testimoni è una vera e propria follia". E prosegue: "Dopo 20 anni di persecuzione giudiziaria, la magistratura di sinistra non si è rassegnata ed è sempre impegnata sullo stesso fronte: tentare in ogni modo e con ogni mezzo di eliminare il nemico politico. Guarda caso, proprio quando quel nemico riprende il confronto politico sulle riforme, scatta tempestiva l’aggressione giudiziaria per bloccare il percorso avviato. L’invasione della magistratura nel campo della politica è ormai incontrollata e allarmante".

"Con l’apertura del Ruby ter - dichiara la senatrice di Forza Italia Manuela Repetti - che vede indagato nuovamente il Presidente Berlusconi insieme ad altri soltanto rei di essere testimoni a favore di Silvio Berlusconi e addirittura i
legali rei di essere i suoi difensori, la magistratura cerca nuovamente di portare a termine l’eliminazione, ancora non riuscita, del Presidente Berlusconi". La Repetti sottolinea poi che "siamo in un Paese allo sfascio economico e sociale che se non si riforma radicalmente e subito, compresa la giustizia, rischia di perdere la sua ultima occasione di salvarsi".

"Una certa magistratura non vuole arrendersi al cambiamento - tuona Anna Maria Bernini, vice capogruppo vicario di Forza Italia al Senato -. Il paese sta voltando pagina e, seppure faticosamente, si è avviato un percorso di riforme condiviso, senza più veti e pregiudizi. Ma alcuni magistrati in alcuni fortini, sempre i soliti, portano avanti con protervia una persecuzione contro il nemico Silvio Berlusconi che dura da vent'anni, senza neanche il pudore di camuffare una tempestività che è sotto gli occhi di tutti. Aprire oggi il terzo filone di un processo che non avrebbe mai dovuto neppure cominciare, significa - conclude - seminare mine sul terreno della ripresa dell`Italia e del ritorno a un clima di confronto civile, in Parlamento e nel Paese".

E parla di giustizia staliniana il senatore azzurro Lucio Malan. "Il rinvio a giudizio di Silvio Berlusconi e dei suoi avvocati è un altro atto di giustizia staliniana. Non solo la vittima della persecuzione è ritenuta colpevole in partenza, ma - osserva - si arriva al punto di processarlo ulteriormente se osa difendersi, e ovviamente gli avvocati, condividono la sua stessa sorte per averlo aiutato nel 'reato' di difendersi. Nel frattempo, coloro che hanno osato testimoniare in suo favore, pur essendo molto più numerosi di chi ha testimoniato contro, vengono messi sotto processo per falsa testimonianza. Il prossimo passo - conclude - sarà di condannare i familiari che non potevano non sapere che il loro congiunto tramava contro l'Unione Sovietica".

Maurizio Gasparri (senatore Fi) osserva che "di fronte all’ennesimo atto persecutorio nei confronti di Berlusconi non possiamo che rafforzare le iniziative per riportare nel nostro Paese una giustizia che sia veramente giusta e uguale per tutti. Al nostro leader, al leader unico del centrodestra, va - sottolinea - il nostro totale sostegno. D’altra parte, che si tratti di un atto dovuto o meno, l’iscrizione nel registro degli indagati di 45 persone fra cui gli avvocati e i testimoni è una decisione che si commenta da sé".

Per la senatrice di Forza Italia, Elisabetta Alberti Casellati, "è una storia senza fine la persecuzione giudiziaria di Berlusconi. Ogni qualvolta la sua posizione politica ha un riscontro positivo sullo scenario nazionale, come l’intesa sulla legge elettorale, arriva puntualmente la 'doccia punitiva' della magistratura di sinistra. È chiaro che l’obiettivo è e rimane unicamente l’eliminazione di un avversario politico, che le urne hanno sempre premiato".

Daniele Capezzone (deputato Fi) è dell'avviso che "dinanzi alle notizie di oggi, è ormai chiaro a chiunque abbia onestà intellettuale quello che già molti milioni di italiani hanno compreso da tempo: è in atto un ben preciso disegno politico, e poi
mediatico-giudiziario contro

Berlusconi, 'colpevole' di rappresentare un baluardo insuperabile dalla sinistra italiana attraverso le ordinarie vie democratiche e elettorali. Molto semplicemente, noi non consentiremo che questo scenario si realizzi".

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