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Sala riscopre l’assessore alla Sicurezza

Pronto a cedere la delega. E aiuta il Leonka a riavere la sede storica

Sala riscopre l’assessore alla Sicurezza

La tempesta giudiziaria sull'urbanistica con la richiesta di arresto (poi annullata dalla Cassazione) per l'ex assessore all'Urbanistica Giancarlo Tancredi. La vendita dello stadio di San Siro portata a casa con l'aiutino di Forza Italia e la rivolta in aula di un pezzo della maggioranza. L'emergenza sicurezza e baby gang che non molla, anzi. «Siamo alla fine di un anno che è stato duro e faticoso» è l'incipit del discorso di fine anno ai cronisti del sindaco Beppe Sala. Partendo dal fondo, spiega che il rimpasto di giunta slitta a dopo le feste (non ha trovato ancora la quadra con Verdi e Pd) ma al 12esimo assessore che manca dopo l'uscita di Tancredi cederà le delega alla Sicurezza. «Non credo sia saggio che le tenga il sindaco fino a fine mandato, ho assunto l'interim per necessità a marzo perchè su Marco Granelli c'era l'ombra del rinvio a giudizio» ed è stato assolto giorni fa, ora «la squadra va rafforzata sulla Sicurezza, fermo restando che dobbiamo affrontare anche il tema del disagio giovanile e dell'inclusione sociale. Non basta la repressione». Europa Verde chiedeva un assessore ai Giovani. «Avrei potuto fare come altre volte di testa mia, capisco le istanze di tutti e stiamo discutendo. Ma il posto è uno e mi rifiuto di mandare a casa assessori che sono come me dall'inizio e devo solo ringraziare». Quindi le opzioni sono due: «O un assessore che sappia dell'uno e dell'altro tema, o un assessore e troviamo qualche formula di delega. Ma ho passato mesi in cui il 90% delle persone mi chiedeva dello stadio, adesso è evidente che il tema è la sicurezza e un rafforzamento serve, un assessore ci sarà». Punto. Difficile che ceda la Sicurezza a un esponente già in giunta, come preferirebbero i Verdi. Invita «governo e opposizione a non strumentalizzare sul tema, l'aumento dei vigili è chiaro, sulle forze dell'ordine non so dire». Riprendendo gli ultimi casi eclatanti del 22enne bocconiano accoltellato in zona corso Como e il 17enne spogliato e minacciato in corso Buenos Aires giorni fa, sottolinea che «i ragazzi venivano da Monza e Bergamo. Le cose accadono qui perchè Milano, con l'idea che si trovi più ricchezza, subisce queste cose».

Sala ha ben presente che sicurezza e mobilità saranno i temi clou della prossima campagna. E nonostante i ripetuti appelli ad aprire il match sui nomi dopo le Olimpiadi, giorni fa la vicesindaco Anna Scavuzzo si è autocandidata, il capogruppo regionale del Pd Pierfrancesco Majorino scalpita da tempo, dietro le quinte si muovono l'assessore Emmanuel Conte e (soprattutto) Mario Calabresi. «Che Scavuzzo ci pensi credo sia legittimo e ne penso bene. Non solo ha il diritto ma è logico, dopo 11 anni da vice, e si è presa la delega non facile dell'Urbanistica. Il domandone sarà primarie sì o no, per come si sta mettendo è molto probabile che si faranno. Non le guardo con ostilità, le abbiamo fatte anche io e Pisapia. Funzionano se sono di coalizione e non solo del Pd. Se la coalizione mi chiederà una mano nell'accompagnamento del processo» di scelta del candidato «io ovviamente ci sono, se non accade o dovessi capire che la mia presenza crea imbarazzi, mi farò da parte». Sostiene che «nel centrodestra «sta ripartendo il giochino, l'altra volta un anno e mezzo prima dicevano di avere il nome, io intanto noto che a sinistra qualcuno si sta facendo avanti e di là no». Majorino si scalda: «Le primarie sono sempre più vicine ed è un bene. Dovranno essere fatte presto, ampie, aperte, con politici e civici».

Non manca il solito affondo di Sala contro il governo che «non ha a cuore Milano» perchè «nella manovra ha tagliato 15 milioni alla M4 e Milano non potrà aderire al fondo istituito per gli straordinari dei vigili durante le Olimpiadi. Noi chiediamo o fondi o di derogare». Capitolo Leoncavallo. Fa sapere di aver incontrato una delegazione del centro sociale due giorni fa. Ha «apprezzato» che abbiano partecipato al bando per l'immobile di via San Dionigi (ci sono altre 3 offerte) e «quella via non si molla, ma non è semplice» per i costi di bonifica dall'amianto. «Hanno ribadito che la sede storica di via Watteau continua a essere la più adatta e mi dicono che sono in contatto coi proprietari, la Famiglia Cabassi. Il Comune non può mettere risorse ma stiamo cercando di favorire il dialogo tra le parti, perché non vogliamo fare deflagrare i conflitti ma risolverli».

Ha «suggerito di affidare a una banca primaria l'incarico per una perizia che stabilisca il valore della sede e le formule di un finanziamento. Spero che i Cabassi considerino l'offerta, posto che non è un luogo facilmente disponibile, visto anche che i graffiti sono tutelati. Spero si possa trasformare il bene di proprietà privata in uno spazio pubblico, il Leoncavallo è stato un valore per la città. Dopo le feste ci si attiverà sulla scelta di una banca».

Sullo sgombero di via Quarti compiuto staccando le utenze agli abusivi, con coda di polemiche, spiega che «sono rimaste una dozzina di famiglie con fragilità senza luce e gas. La soluzione tra Comune, Aler e Caritas: per 60 giorni il Comune pagherà i costi ma Caritas farà da tramite e si intesterà gli allacci». Chiude con l'urbanistica. Leggendo le motivazioni con cui la Cassazione ha annullato l'interdittiva a carico di Tancredi «provo soddisfazione e amarezza. La sua vita non è irrimediabilmente rovinata, però..

E non è pensabile che tra parti rilevanti del sistema giudiziario ci sia tanta differenza di giudizio. Evidentemente le regole non sono chiare. Il Salva Milano è morto? Certamente, ma una soluzione a livello naazionale che chiarisca le regole a cui attenersi serve».

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