Interni

"Scafista", "disumano", "ricattarorio": la sagra dell'insulto contro il governo

Il decreto attuativo del ministero dell'Interno non è stato particolarmente gradito a sinistra: Piero Fassino parla di una "ennesima vergogna di un governo mosso solo da istinti repressivi e punitivi"

"Scafista", "disumano", "ricattarorio": la sagra dell'insulto contro il governo

Ascolta ora: ""Scafista", "disumano", "ricattarorio": la sagra dell'insulto contro il governo"

"Scafista", "disumano", "ricattarorio": la sagra dell'insulto contro il governo

00:00 / 00:00
100 %

I cinquemila euro di "garanzia finanziaria" dei migranti previsti dal decreto del ministero dell'Interno sono immediatamente diventati un pretesto per scagliare pesanti attacchi nei confronti del governo. Aggressioni che non sono giunte solamente dalla sinistra - Partito Democratico in testa - che ha subito cominciato a sbraitare, sostenendo l'incompatibilità con la direttiva Ue sui rimpatri, ma anche di diversi giornalisti e commentatori.

Il Pd va su tutte le furie

Le protestano partono dal decreto attuativo del decreto Cutro che prevede l'introduzione di una clausola: mediante il pagamento di 4.938 euro, un richiedente asilo che arriva da un Paese ritenuto sicuro può attendere l'esito della procedura fuori dalle strutture dedicate (che non sono i Cpr). La cauzione, si precisa nel testo del decreto, "è prestata in unica soluzione mediante fideiussione bancaria o polizza fideiussoria assicurativa ed è individuale e non può essere versata da terzi". La ragione che sta alla base è quella di "scongiurare il pericolo di fuga".

Il coro dei dem e dei suoi alleati è tutto costruito attorno all'aggettivo "disumano", termine utilizzato ogni volta in cui la soluzione individuata non è "porti aperti" per chiunque voglia entrare nel nostro territorio. In questo senso la Schlein non ha aspettato troppo tempo prima di parlare di "ulteriore crudeltà inumana di un governo forte coi deboli e debole coi forti". Ma c'è anche chi ha pensato ben di andare oltre questo classico epiteto. Piero Fassino, reduce dalla recente figuraccia alla Camera dove mostrava il suo cedolino da 4.718 euro netti sostenendo che non fosse uno "stipendio d'oro", parla di una "ennesima vergogna di un governo mosso solo da istinti repressivi e punitivi". Per poi chiedersi: "Ma a quante follie dovremo ancora assistere prima che capiscano che devono cambiare strada?". Non è stata da meno la sua collega di partito Rachele Scarpa: "Un governo di un Paese europeo non può in nessun modo arrivare a proporre un ricatto simile - sostiene la deputata dem -. Questa misura è la prova finale della assoluta arbitrarietà e dell'insensatezza che si cela dietro all'operazione Cpr del governo".

Gli insulti al governo

Il leader dei Verdi, Angelo Bonelli, etichetta questo provvedimento come una "vergogna si aggiunge alle tante di questo governo. Una norma che garantisce la libertà a chi paga fa solo schifo. Ed è significativo della natura punitiva della norma che l'importo da mettere a garanzia non possa essere messo da terzi". Ma c'è chi fa addirittura di peggio. È il caso di Riccardo Magi. Secondo il segretario nazionale di +Europa la norma è un vero e proprio "scafismo di Stato, una tangente discriminatoria, classista e disumana, verso chi scappa da fame e guerre. Ci sarebbe da vergognarsi solo per averlo pensato", aggiunge Magi. La medesima espressione ("scafismo di Stato") viene utilizzata dal quotidiano L'Unità, mentre un altro giornale, La Stampa, cambia la prima parola, preferendo parlare di "pizzo di Stato": "Il governo Meloni ha dato un prezzo alla libertà", si sostiene in un articolo.

Ma, del resto, la sagra dell'insulti a sinistra non conosce fine.

Commenti