RomaL'obbligo di pareggio di bilancio nella Costituzione non si limiterà all'amministrazione centrale dello Stato, ma sarà esteso anche alle autonomie locali. Nessun rosso sui libri contabili, quindi, per Comuni, Regioni e per quello che resterà delle Province. A prevederlo è la bozza della legge di attuazione del pareggio in Costituzione concordata ieri da governo e maggioranza e che approderà presto all'esame del Senato. Iniziativa parlamentare che mira a creare un vero e proprio «bilancio consolidato» per l'amministrazione pubblica, come quello dei grandi gruppi privati. Esigenza che ieri è stata sottolineata anche dalla Banca d'Italia, che non esclude manovre correttive dopo il 2014 per garantire il pareggio di bilancio.
Il governo, ha spiegato il vicedirettore della Banca d'Italia Salvatore Rossi, con la nota di aggiornamento del Def ha fissato il pareggio di bilancio strutturale nel 2013. Poi «non sono previste ulteriori correzioni e si lasciano emergere lievi disavanzi strutturali nel biennio successivo, ancorché all'interno dei margini di tolleranza previsti dalle regole». L'utilizzo di questi margini, ha spiegato Rossi nel corso di un'audizione parlamentare, «presenta ovviamente dei rischi», quindi secondo Via Nazionale, quindi, «potrebbe essere prudente programmare, eventualmente nel prossimo Def e qualora la ripresa dell'economia si verificasse nei tempi previsti, contenute misure correttive tali da assicurare il pareggio in termini strutturali anche dopo il 2013».
Rossi ha sottolineato come per «un efficace controllo dei conti pubblici» occorrerà «declinare chiaramente il principio del pareggio di bilancio per ogni categoria di enti» pubblici. E il riferimento è alle amministrazioni locali, in particolare le Regioni, alle quali la riforma federalista del centrosinistra ha attribuito ampi margini di autonomia sulla spesa.
I deputati alle prese con la riforma che introduce il principio dell'equilibrio dei conti pubblici direttamente in Costituzione, così come stabilito dal Fiscal compact, stanno studiando da giorni l'estensione dell'obbligo alle autonomie locali. Una bozza del ddl anticipata ieri dall'agenzia Ansa, prevede un «bilancio consolidato nazionale», che dovrà centrare «gli obiettivi di finanza pubblica». Il che vuol dire che vi saranno controlli sui governi locali. Non solo controlli ex post sulla legittimità delle spese, da parte della Corte dei Conti, ma anche ex ante. La Legge di stabilità determinerà in che modo i bilanci delle Regioni e degli enti locali «concorrono ad assicurare gli equilibri di bilanci» nel triennio e nascerà una «Fiscal commission», un'authority dei conti pubblici le cui caratteristiche devono ancora essere individuate.
Regioni ed enti Locali dovranno inoltre partecipare allo sforzo di abbattimento dello stock del debito pubblico, contribuendo all'apposito «fondo di ammortamento dei titoli di debito pubblico». Regioni, Province e Comuni non potranno più indebitarsi a meno che le risorse non servano a investimenti.
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