Scatta l'allarme rom: assalto ai treni estivi da Milano a Napoli

Aggrediscono pendolari e turisti nelle stazioni col pretesto di aiutarli a portare i bagagli . "Il Giornale" ha già raccontato il problema ma siamo stati denucniati per "razzismo"

Scatta l'allarme rom: assalto ai treni estivi da Milano a Napoli

Il racconto della nostra lettrice è in presa diretta: «Stazione Termini di Roma. Salgo sul treno che deve portarmi a Venezia. È invaso dagli zingari. Sono decine. Ci assediano, ci minacciano. Un signore coreano rifiuta di farsi portare la valigia. Gli sputano in faccia. Interviene una dipendente delle Fs. La minacciano morte. Chiamo il 113. Arrivano gli agenti della Polfer. Fuggi fuggi generale. Negli uffici della polizia ferroviaria sono almeno 50 i rom in stato di fermo. Ma i poliziotti allargano le braccia e mi dicono: “Domani saranno tutti di nuovo liberi, a fare quello che facevano oggi...”».

La nostra lettrice ancora non lo sa, ma con questo testimonianza rischia di essere denunciata per «istigazione all'odio razziale». Non è una battuta, parliamo per esperienza diretta.
Diciassette maggio 2014. Il Giornale titola a piena pagina: «Firenze, se vuoi prendere il treno devi pagare il pizzo ai rom». Nel giro di poche ore, il reportage viene ripreso da decine di siti ottenendo migliaia di «mi piace» e centinaia di commenti che confermano la veridicità del problema. Pochi giorni dopo ci troviamo denunciati all'Ordine dei giornalisti per «istigazione all'odio razziale». Abbiamo raccontato ciò che abbiamo visto, ma a una associazione fiorentina per la difesa dei rom, la nostra cronaca non è piaciuta. L'associazione pro-rom ci accusa di aver impiegato il termine «zingari» in modo «dispregiativo» e di aver «calunniato» degli «onesti lavoratori» impegnati solo ad «aiutare» i viaggiatori alle prese con bagagli e biglietterie elettroniche. Ieri sul sito del Corriere della sera un collega ha ripreso con una telecamera nascosta quanto accade nella stazione Santa Maria Novella, ben nota al premier Renzi nonché ex sindaco del capoluogo toscano.

Titolo del video choc del Corriere.it: «L'assedio ai turisti in stazione: in 50 attorno al treno». Le immagini «rubate» sono esattamente la trasposizione in versione video, di quanto pubblicato due mesi fa dal Giornale. Si vedono uomini e donne di «etnia rom» (guai a chiamarli «zingari», diventi subito razzially scorrect) che con fare minaccioso si avvicinano ai passeggeri chiedendo denaro per i loro servigi. Altro che «onesti lavoratori» che «aiutano» a portare i bagagli o a fare i biglietti. Chi si rifiuta, come minimo si becca una parolaccia o, peggio, uno sputo in faccia (come scritto dal Giornale e ora documentato in maniera cruda anche dal «filmino» del corriere.it). Scene di (stra)ordinario degrado che però non sono solo una prerogativa della stazione fiorentine. Scene più o meno simili si ripetono quotidianamente anche negli altri principali scali ferroviari: Milano, Venezia, Bologna, Roma, Napoli, Bari, Palermo. Dal Viminale arrivano conferme: gli interventi da parte degli agenti della Polfer sono aumentati negli ultimi tre anni di almeno il 20%.

Una situazione che preoccupa non poco i sindacati di polizia: «Il nostro organico è rimasto lo stesso, anzi in alcuni casi è diminuito. Ma purtroppo ma le stazioni in cui operiamo diventano giorno dopo giorno sempre più a rischio». Borseggi, scippi, rapine, aggressioni risultano in costante aumento perché gli scali ferroviari rappresentano, «tradizionalmente», luoghi di ritrovo per sbandati di ogni genere: camere iperbariche in cui la decompressione delinquenziale rischia di esplodere ogni minuto. Una corte dei miracoli che, oltre alla componente nomade, contempla anche comunità «stanziali» formate da tossicodipendenti, barboni e disperati vari. Alcuni sono innocui, altri violenti.

E spesso sono proprio gli inoffensivi a essere le prime vittime di organizzatissimi racket che sovrintendono a qualsiasi attività: dall'invalido che chiede l'elemosina al facchino abusivo, tutti sono schierati in rispettive aree di «competenza» e tutti a fine giornata devono versare il pizzo al racket, compresi i clochard per poter dormire «tranquillamente» nei loro cartoni.
In mezzo a tutta questa «bella gente» ci siamo noi passeggeri. Prima di salire in treno, d'obbligo farsi il segno della croce.

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