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"È uno schifo". Lo striscione choc degli Antifà in corteo contro Ramelli

Quarta Repubblica mostra in diretta l'orrore dei manifestanti scesi in corteo per contestare la presentazione di un libro sul giovane ucciso per le sue idee

"È uno schifo". Lo striscione choc degli Antifà in corteo contro Ramelli
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"È uno schifo", dice Nicola Porro in diretta tv a Quarta Repubblica mentre il suo inviato gli mostra uno sconcertante striscione apparso a Susa. Gli antifà sono in corteo, dopo le proteste dell'Anpi, per contestare la presentazione del libro "Uccidere un fascista- Sergio Ramelli, una vita spezzata dall’odio" di Giuseppe Culicchia, direttore del Circolo dei lettori di Torino. Fuori dalla biblioteca comunale, i contestatori hanno innalzato uno striscione eloquente e ignobile: si vede una chiave inglese, la stessa che ha ucciso proprio Sergio Ramelli, e la scritta "fascio morto, concime per l'orto".

Inutile ricordare che Sergio Ramelli è un giovane militante del Fronte della Gioventù che venne ucciso a sprangate nel 1975 a Milano. Accusato di essere un "fascista", solo perché in un tema aveva condannato gli omicidi delle Brigate Rosse, venne preso di mira a scuola e infine aggredito da alcuni militanti della sinistra extraparlamentare che lo picchiarono a morte sotto casa.

È proprio per raccontare questa orribile vicenda che l'assessore alle politiche sociali della Regione Piemonte, Maurizio Marrone (Fdi), ha organizzato una presentazione del librio di Culicchia. Si sono opposti l'Anpi ("Non è il libro in sé a destare perplessità ma il contesto politico e simbolico in cui la presentazione è stata inserita”."), il movimento No Tav e l'Assemblea bassa Valle. I quali hanno convocato “la chiamata pubblica degli antifascisti della Valle, contro una narrazione che normalizza l'ideologia fascista”. "Dietro l’apparente intento letterario di 'capire tutti', il libro si inserisce in una narrazione che tende a normalizzare l’ideologia fascista, a rimuovere la responsabilità politica e storica del neofascismo, e a riscrivere la memoria collettiva di quegli anni - hanno scritto i No Tav - La figura di Ramelli è da anni strumentalizzata da gruppi neofascisti. La presenza di esponenti della destra radicale come Maurizio Marrone rende chiaro il tentativo di trasformare la presentazione in un'operazione politica”.

“Dietro alle solite sigle No Tav e Anpi sappiamo già che in piazza vedremo sventolare le stelle a cinque punte di Askatasuna, degli eredi di chi ha le mani sporche del sangue di Sergio Ramelli e oggi vorrebbe censurarne la storia”, aveva commentato l'assessore Marrone. “Insieme al consigliere segusino Panaro dimostreremo che la Valsusa non è più il parco giochi degli antagonisti.

Chi a sinistra ha davvero a cuore la libertà e la democrazia dovrebbe sentirsi in dovere di partecipare al convegno e condannare la violenza di chi invece vorrebbe impedirlo”. E infatti i "bravi ragazzi" della sinistra si sono fatti riconoscere: inneggiando, di nuovo, alla morte di un ragazzo.

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