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Schlein come la Cinquetti: "La nostra leader non ha l’età. Ma può bruciarsi a 40 anni"

I dubbi di Pd e alleati: "Dovrebbe aiutare lei a individuare un candidato vincente"

Schlein come la Cinquetti: "La nostra leader non ha l’età. Ma può bruciarsi a 40 anni"
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Angelo Bonelli, uno dei dioscuri della sinistra radicale, lo ha confessato addirittura a Pier Ferdinando Casini, che per storia e cultura è all'estremo opposto del «campo largo». «Elly potrebbe aspettare - gli ha sussurrato - ha tempo per puntare a Palazzo Chigi. Se aiutasse ad individuare un candidato vincente sarebbe una vera leader». L'altro dioscuro, Nicola Fratoianni, ne ragiona a voce alta a piazza Montecitorio: «Ha appena quarant'anni. Se guidasse il processo per trovare un nome competitivo assumerebbe la statura del leader».

Finché è il moderato Ernesto Ruffini ad avere dei dubbi sulla Schlein («non la vedo come premier») ci sta. È un competitor e rappresenta l'altra faccia del campo largo. Ma quando i dubbi si materializzano alla sinistra di Elly forse è arrivato il momento di riflettere. Anche perché i ragionamenti non rientrano nella sfera delle demonizzazioni ma dei consigli che puntano a non sprecare un patrimonio potenziale di livello, qual è la Schlein, ancora però acerbo per Palazzo Chigi. È chiaro, infatti, che se fallisse la segretaria del Pd non avrebbe altre chance. Berlusconi e Prodi sono durati perché entrambi hanno vinto il primo duello elettorale. Francesco Rutelli è finito nell'oblio perché alla prima prova ha fallito. Come pure per D'Alema, che arrivò al governo sullo schema «quando passa il treno va preso», sa benissimo che la sua parabola discendente cominciò proprio da lì ma aveva un'altra età rispetto alla Schlein. Il «paradosso Elly» è che potrebbe bruciarsi senza varcare la soglia della stanza dei bottoni. Per cui non vale il paragone con Renzi che è arrivato alla presidenza del Consiglio dopo una solitaria marcia nel deserto dalla provincia al comune di Firenze e ingaggiando una battaglia epica contro la vecchia dirigenza del Pd. E tantomeno con la Meloni che prima di varcare il portone di palazzo Chigi a 45 anni aveva fatto il ministro tre lustri prima: la Schlein non sa neppure com'è fatto un ministero.

Ecco perché nel campo largo c'è un parafrasare collettivo della famosa canzone di Gigliola Cinquetti «non ho l'età», pardon «non ha l'età». C'è la sensazione diffusa che in un paese per vecchi, come purtroppo è l'Italia, alle prese con due guerre e con una sinistra in difficoltà, la Schlein pecchi di esperienza: nelle discoteche del Belpaese spopola una canzone dal titolo «quando c'era Silvio». E in questa atmosfera la corsa di Elly contro Giorgia appare compromessa già ai nastri di partenza: malgrado gli infortuni del governo (non pochi) sulla legge di Bilancio, infatti, i sondaggi non cambiano. Tutti hanno il timore che l'esito del duello sia scritto e vorrebbero cambiare narrazione. «In più - rimarca una devota prodiana come Sandra Zampa - per meritarsi la premiership la segretaria è rinunciataria con gli alleati al prezzo di cancellare storie, identità, volti e personalità. Ha solo quarant'anni potrebbe pure aspettare». «C'è da sperare in Franceschini - sospira Filippo Sensi - nelle grey eminences, come dicono in Inghilterra, negli uomini grigi che l'avvicinino dicendogli: ti dobbiamo parlare». Il discorso non cambia con i grillini. «La sua - osserva l'ex capogruppo Licheri - è una corsa in salita. In caso di sconfitta finirebbe in soffitta. È lei che dovrebbe preservarsi. Purtroppo non ha sherpa seri attorno che le dicano la verità». Già, gli sherpa, l'impenetrabile inner circle. Ad un discorso del genere ti assalgono. «Avevamo gli spalti vuoti e Elly ha riempito le curve - insorge il Francesco Boccia nella buvette del Senato - e ora dovremmo chiedere a qualche matusalemme il nome di un ferro vecchio che non andrebbe da nessuna parte.

Ma vi pare che adesso che abbiamo organizzato tutto chiamiamo il presidente del CRAL!? Ruffini? Ci dovrebbe essere una simmetria tra ragione e ambizione: questi non prenderebbero un voto neppure qui alla buvette. I loro elettori di una volta sono scomparsi. Da qui a Natale ne spariranno altri. Tanto vale puntare sui diciottenni almeno quelli alle urne ci arrivano».

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