Scontro al vertice Caos nell'impero delle aste di lusso

Fermento nel felpato mondo delle aste: mentre il maggior azionista di Sotheby's ha chiesto la testa dell'amministratore delegato William Ruprecht, la casa d'aste newyorchese ha annunciato di aver ottenuto i diritti esclusivi per offrire all'incanto un Giacometti da 50 milioni di dollari e un Picasso da 30 milioni il 6 novembre a New York.
Dan Loeb, un miliardario degli hedge fund che di recente si è impadronito di quasi il 10 per cento delle azioni diventando il maggior azionista di Sotheby's, ha scritto una lettera al consiglio di amministrazione chiedendo di licenziare Ruprecht che avrebbe trasformato la casa d'aste in un «vecchio dipinto con necessità di restauro».
Mille recriminazioni, prima fra tutte quella di non esser stato in grado di offrire abbastanza capolavori moderni per far concorrenza a Christie's, la secolare rivale sul mercato dell'arte.


Come se non bastasse, sono cadute sulle spalle di Ruprecht accuse di aver esercitato il suo mandato con lo stile «imperiale» degli amministratori delegati di altri tempi: macchina pagata, centinaia di migliaia di dollari in pranzi di lusso e l'iscrizione a country club d'elite. Sotheby's, in un comunicato, ha reagito con furia definendo le affermazioni di Loeb «incendiarie e prive di fondamento».

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