diLa notizia, in apparenza macabra, mi rallegra e mi entusiasma, rendendomi un po' più ottimista per un futuro necessariamente funereo. Un'agenzia di pompe funebri inglesi ha avuto l'idea - semplice quanto geniale - di proporre un codice Quick ai familiari del caro estinto. Diamo onore al merito, visto che spesso le idee migliori vengono da uomini subito dimenticati, proprio perché l'idea era tanto semplice da apparire subito ovvia: l'ideatore è Stephen Nimmo, direttore delle pompe funebri Chester Pearce di Poole, Dorset.
Il codice Quick è quello strano quadratino pieno di linee e puntini che ormai compare su quasi tutte le pagine pubblicitarie, su tanti prodotti e sulle notizie di molte riviste: basta avvicinarci un telefonino di ultima generazione, «smart», e sullo schermo appaiono filmati, fotografie, testi, insomma tutto quello che il produttore ti vuole far sapere. La signora Gill Tuttiett ha subito accettato l'offerta di Nimmo e ha messo un codice Quick sulla tomba del marito, con il racconto in parole e immagini della sua vita: «Tim amava la tecnologia e avrebbe voluto così», ha dichiarato la gentile signora.
Anch'io, anch'io lo vorrò. Già molti anni fa, fra i tanti progetti mai realizzati, avevo in mente di raccogliere in un volume i risultati di un'esplorazione delle lapidi cimiteriali. Ne ho viste, infatti, di curiosissime, celebranti «padri esemplari» e «sposi fedeli», «infaticabili lavoratori» e «donne pie», per citare solo le più comuni: sempre accanto a fotografie del defunto che lasciavano pensare tutt'altro. E mi ha sempre fatto un po' di pena pensare al povero defunto, il cui ricordo per la posterità viene lasciato al perbenismo necessariamente ipocrita dei sopravvissuti o, peggio, alla loro scarsa voglia di applicarsi, alla loro personale fantasia.
Invece, con il codice Quick, ognuno potrà preparare in vita la propria biografia, testo, immagini e documenti, libero di essere il più possibile obiettivo o di compiacersi o di mentirsi addosso, per informare a proprio piacimento i parenti, gli amici e poi i curiosi. È certo che la lapide tecnologica prenderà piede, realizzarla costa appena qualche centinaio di euro, e cosa vuoi che sia una tantum: e già immagino gli studi, i libri, gli articoli estetici e sociologici, quelli di costume e quelli umoristici, sulle tombe 2.0.
A proposito di libri, faccio due esempi di possibili applicazioni legate al mio mestiere, poi ognuno pensi per sé. Certamente metterò nel mio Quick estratti e pubblicità dei miei libri: vuoi che l'autospot prodotto da un defunto non stimoli le vendite? I diritti d'autore valgono per ben settantacinque anni dopo la morte, dunque potrò continuare a lavorare e a produrre denaro per gli eredi anche dalla tomba.
Ma, poiché ciò avverrà fra molto tempo, metterò subito a frutto l'idea (senza fini di lucro) nel piccolo cimitero di Iesa, frazione di Monticiano, comune di Siena. Lì sono sepolti Nonna Nanna e Nonno Pelino, Nonno Alfredo e Nonna Pia, oltre a mio padre Ebo. Su di loro l'anno scorso scrissi un libriccino (oggi fuori commercio, niente pubblicità) uscito in allegato con il Corriere della Sera. Per quanto i lettori del Corriere siano tanti, sono meno dei possessori di uno smartphone, e meno interessati alla storia della mia famiglia dei frequentatori del cimitero di Iesa.
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