Se la Ferrari mette nei guai la politica

La vittoria di ieri in Malesia rischia di diventare una metafora del nostro gran premio politico. E un ottimo spot per Luca Cordero di Montezemolo pronto per il salto

Se la Ferrari mette nei guai la politica

Ieri in Malesia la Ferrari ha vinto una grande gara. La macchina viene considerata tecnicamente meno forte delle concorrenti. Un acquazzone e delle ottime scelte della squadra hanno però portato il Cavallino al primo posto sul podio. Fortuna e casualità, potranno a buon titolo dire molti commentatori. Ma resta la vittoria. Che rischia di diventare una metafora del nostro gran premio politico. E un ottimo spot per Luca Cordero di Montezemolo pronto per il salto. Ha costruito una rete sul territorio e l’ha affidata ad un uomo di sostanza come Federico Vecchioni: uno tosto che ha guidato bene e per anni gli agricoltori. Ha arruolato e convinto un manipolo di intellettuali che sono connessi con la parte più giovane del nostro pensiero universitario. La sua macchina politica non è certamente quella tecnicamente più forte. Ma il rischio, per i politici tradizionali e per il governo dei professori, è che Roma diventi come Sepang, la pista malese dove ieri ha vinto lo sfavorito. La tempesta tropicale è in corso da mesi e coinvolge i moderati del centrodestra e la sinistra divisa su tutto. Il pit-stop del governo tecnico potrebbe rappresentare un buon rifornimento per la squadra montezemoliana.
L’avvocato dell’Avvocato ha messo in fila Renault, McLaren, Williams e Red Bull. Tra un anno rischia di mettere in fila i partiti tradizionali e i tecnici che con un occhio ci governano e con l’altro guardano al loro futuro.

Per ora Montezemolo è ai box e cerca di studiare il regolamento di gara, la legge elettorale, che i partiti stanno cercando di fare a proprio uso e consumo. Poveri illusi, non hanno letto Wodehouse e non sanno che ci sono sempre dei torbidi che si delineano sul castello di Blandings.

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