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Se l'uomo veste rosa per guardare lontano

«Ogni felicità è un capolavoro» dice Marguerite Yourcenar nell'incipit di «South Beach Stories» un libro del 1993 voluto da Gianni e Donatella Versace e dedicato alla città dove acqua e cielo si toccano lasciando al centro la stessa sospensione c'è fra le parole Mi-a-Mi. Non era difficile cogliere lo stessa atmosfera nella collezione Uomo in scena ieri a Milano. Tuttavia Donatella dichiarava di essersi ispirata all'estetica cubana. «Ho catturato la cuban soul attraverso i colori e l'aria rilassata dei completi formali» spiegava la designer mentre bellissimi ragazzi sfilavano mostrando la gioia di poter indossare persino un abito di seta rosa o celeste. Del resto, non c'è nulla di più prezioso della libertà per guardare lontano, immergersi nello spirito di una vacanza all'Havana, sentire addosso il segno forte dei graffiti della street art rievocata sul blouson di pelle con intarsi e giochi di patchwork. I simboli più strong - sedie Vanitas, piatti Medusa e cuscini di seta - facevano da sfondo alle proposte underwear e beachwear: calzoncini bianchi con i print di piatti o di motivi dell'Antica Roma. Il tuxedo più bello era bianco con enormi revers di raso su perfetti pantaloni neri, solo un po' più corti. Una licenza stilistica in sintonia con la colonna sonora dei Kraftwerk remixati alla cubana. «I walk alone» della band indie californiana Yacht scandiva anche il viaggio di Massimo Giorgetti autore di una collezione MSGM che si lascia alle spalle la felpa per esplorare i mondi sofisticati di tessuti come canvas e batista con stampe e motivi di cactus, popeline e flanella di lana con felci, tele di cotone con i pois e il motivo del pied-de-poule sul lino. Effetto finale molto piacevole con polo, camicie e casacche talvolta a enormi righe rugby da portare su pantaloni confortevoli o maxi bermuda. Christian Pellizzari, al debutto nel teatro messo a disposizione da Giorgio Armani, va nella città di un American Gigolò non convenzionale con immaginifiche peonie che si stagliano, ricamate stampate o a disegno jacquard, sul completo più intrigante della stagione. Il giovane nato in provincia di Treviso 33 anni fa, ha fatto sfilare una collezione istintiva, con spunti interessanti soprattutto per i tessuti di seta jacquard scovati negli archivi dei setaioli comaschi. Anche Hogan è partito dai campus elitari dell'America anni '60 per proporre una fresca declinazione di giacche, pantaloni chinos, polo, camicie e maglie. «Ma c'è anche un'ispirazione ai videogame come Space Invaders degli anni '80 per riformulare l'offerta di un tailoring illuminato da dettagli hi- tech» spiegava il designer inglese Simon Holloway proponendo abiti in jersey destrutturati e slim, giacche in pelle traforata al laser e accoppiata al jersey, nuove sneakers in nappa o camoscio stampato effetto jersey. Ed era statunitense anche il rapper Theophilus London che si è esibito durante e dopo la scenografica sfilata di Philipp Plein svoltasi ai bordi della piscina Caimi ristrutturata dal designer tedesco. Davanti a 1600 ospiti sono andati in scena giochi con moto d'acqua, nuoto sincronizzato, flyboard con acrobatiche uscite dall'acqua e uno schermo di trenta metri con suggestive proiezioni..

il tutto per una collezione totalmente made in Italy, con eleganti giacche sartoriali in puro spirito nautico indossate con spirito disinvolto su preziosi jeans distrutti ad arte e sneaker in coccodrillo.

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