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Se il politico si fa strada con l’handicap... finto

Il vizietto del pass per disabili intestato a parenti morti o fotocopiato è bipartisan. Sotto inchiesta sindaci e consiglieri. A Roma permessi usati come merce di scambio per ottenere favori

Se il politico si fa strada  con l’handicap... finto

«Con permesso», fate strada. Vroom vroooom. L’ultimo vizietto della Casta è il pass per disabili da schiaffare sul parabrezza per scorrazzare nelle zone a traffico limitato e nelle corsie preferenziali. Soprattutto dopo che la Cassazione ha innestato la retromarcia cancellando l’incubo del processo penale e lasciando che i furbetti del cartellino col disabile in carrozzina paghino soltanto una multa. Centrodestra e centrosinistra, così fan tutti stando alle inchieste aperte in mezz’Italia. A Cesena, il consigliere democrat Mara Biguzzi, che utilizzava il pass intestato a un familiare, si è dimessa dal consiglio comunale con una lunga lettera di scuse ai cittadini. L’avevano beccata ad andare in giro con l’auto, dotata di tagliandino, ma senza disabile a bordo. Dopo una quindicina di giorni di pressing, ha deciso di gettare la spugna «ormai stanca dello stillicidio quotidiano di giudizi» e perché, per questa storia, ha perso finanche il sonno.

Sonno che, invece, conserva la collega d’aula Antonella Celletti (Lega Nord) che, per difendersi, tira addirittura in ballo la «macchina del fango» (in sosta vietata). A Bologna son finiti nei guai due inflessibili dipietristi. Il primo è un consigliere provinciale, Paolo Nanni, che non ha restituito il pass intestato alla suocera morta da due anni. Nanni si è autosospeso dal partito (ma ha conservato lo scranno) e rischia di dover pagare 93mila euro di multa. La vettura del collega di partito Idv, il vicepresidente del Consiglio regionale Sandro Mandini, è finita invece fotografata in un parcheggio riservato ai disabili. Quando gliel’hanno fatto notare, ha spiegato: «L’hanno sistemata lì i miei collaboratori, perché io ero atteso a un convegno». Insieme a Napoli e Palermo, a sorpresa proprio Bologna è la capitale italiana dei permessi H: ogni 10mila guidatori, 402 hanno il cartellino arancione.

Acquistarne uno fotocopiato costa 250 euro, dicono le indagini. E comunque, a caderci non sono solo i politici posto che in un’indagine collegata sono infatti indagati il bomber del Bologna, Marco Di Vaio, e undici compagni di squadra che avrebbero usato permessi intestati a una dipendente disabile della società. In Liguria, invece, l’ex consigliere regionale del partito democratico Fabio Broglia si è trovato al centro di un «giallo» per il cartellino arancione: pass, con identico numero di concessione, sono comparsi su due diverse auto, quasi nelle stesse ore. Una intestata a lui e l’altro alla madre. Un caso di duplicazione?
Il politico smentisce seccamente minacciando querele oltre a ipotizzare – pure lui – un complotto ai suoi danni. Mistero (con minacce di denunce) anche nella Capitale, dove al consigliere di municipalità Pdl Fabio Benedetti è stato attribuito l’uso di un pass intestato a un morto per la sua Porsche parcheggiata in piazza di Spagna. Benedetti ha vigorosamente negato di averlo utilizzato, e dopo mesi di accertamenti a sue spese, ha annunciato l’intenzione di querelare chi ha osato ironizzare sulla sua onestà. E come non parlare dell’ex sindaco di Trovo (Pavia) denunciato per aver sbianchettato un pass disabile che lui stesso aveva autorizzato. E se proprio non c’è un disabile a cui «appoggiarsi», le strade della truffa per handicappati di comodo sono infinite.

Sempre a Roma, ad esempio, c’è una inchiesta a carico dell’ex vice comandante del secondo gruppo della polizia municipale per 2mila pass «sospetti» rilasciati a importanti imprenditori e commercianti per l’accesso alla zona a traffico limitato: il sospetto degli inquirenti è che a beneficarne possono essere stati politici o gente da loro raccomandata. Un’inchiesta-bomba che vanta un precedente (negativo) per i caschi bianchi della Capitale: l’allora comandante generale Giovanni Catanzaro, vicino all’Udc di cui si paventò una candidatura, beccato a parcheggiare l’auto in sosta vietata con un pass disabili intestato a un altro.

Parcheggi gratis contestati anche a San Benedetto del Tronto, dove alcuni consiglieri e assessori hanno ottenuto un doppio pass dall’Amministrazione comunale, «girato» a parenti e amici. E per gli ex? Vita dura: dovrebbero abbandonare le comodità dell’incarico, ma non tutti lo fanno. Come l’ex consigliere di Bari Nino Anaclerio, vicino alla famiglia Degennaro, quella delle cozze pelose al sindaco Michele Emiliano, pizzicato a usare ancora la paletta dell’amministrazione nonostante non fosse più stato rieletto.

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