Non credo di essere l'unico analfabeta telematico d'Italia. Probabilmente sono in buona e numerosa compagnia. Aggiungo: ho la capacità di leggere e addirittura di decifrare ciò che leggo, magari non tutto: diciamo quasi tutto. La premessa era obbligatoria perché mi accingo a raccontare una storia in cui l'informatica si intreccia con la carta stampata che offre ancora oggi, come ieri e sempre, saggi di insipienza espressa in burocratese antico, quindi incomprensibile ai più, specialmente se anziani e privi di dimestichezza con il linguaggio contorto dei burosauri nonché colle regole del computer.
Veniamo al sodo. I pensionati in questi giorni hanno ricevuto una lettera dell'Istituto nazionale previdenza sociale nella quale sono pregati di trasmettere a esso i dati relativi ai loro redditi e a quelli di eventuali familiari, coniuge incluso. Il lettore si domanderà a questo punto: che c'è di strano? Lo spiego subito. La missiva consta di sei facciate fittamente scritte, per un totale di 167 righe di 78 lettere ciascuna, spazi compresi. Un romanzo. Tranne qualche genio, immagino una sparuta minoranza, nessuno che sia riuscito ad arrivare in fondo alla terrificante comunicazione scritta ne avrà capito il senso.
L'unico concetto cristallino emergente dal testo è che l'Inps ingiunge ai pensionati di inviargli la denuncia dei redditi. Perché? Evidentemente ciò serve ai funzionari dell'ente per calcolare l'importo dovuto ai percettori dell'assegno mensile. Se questo è lo scopo, ma non ne sono sicuro, forse sarebbe bastato che l'autore della prosa previdenziale scrivesse: forniteci una copia del 740, il vostro e quello dei congiunti. Egli invece ha riempito sei fogli di parole, probabilmente nel nobile intento di dettagliare le modalità (varie) con cui far pervenire all'Istituto le informazioni da questo richieste ai quiescenti. Ma il risultato è stato pessimo sotto il profilo della chiarezza. Vado giù piatto: non si capisce un tubo.
È vero che i pensionati possono giovarsi della consulenza e dell'aiuto dei cosiddetti patronati autorizzati, pronti a evadere per loro conto ogni pratica complessa. Ma rimane un dubbio. Si parla ogni dì della necessità di semplificare i rapporti tra cittadino e amministrazioni pubbliche e di rafforzare così la fiducia tra lui e queste. Ma se per raggiungere tale scopo è indispensabile la mediazione dei suddetti patronati, va da sé che siamo di fronte a un fallimento.
D'accordo, c'è l'esigenza di informatizzare i servizi su scala nazionale adeguandoli ai sistemi dei Paesi più progrediti. Però scusate: non vi sembra assurdo cominciare dai pensionati, i meno avvezzi - per ovvie ragioni anagrafiche - a maneggiare mezzi elettronici?
Conviene fare qualche esempio. Riporto un brano della lettera Inps: «... per trasmetterci le informazioni reddituali richieste può rivolgersi a un Centro assistenza fiscale o a un soggetto abilitato, utilizzando i codici a barre... In alternativa, qualora lei sia in possesso di un Pin rilasciato... può trasmettere i dati reddituali richiesti attraverso il sito internet... accedendo alla sezione "Servizi Online" e selezionando la voce "Servizi per il cittadino - Dichiarazione reddituale - opzione anno 2013"... Qualora avesse smarrito il suo Pin, potrà riaverlo accedendo alla sezione "Il Pin online"... e comunicando il codice fiscale e almeno due contatti tra quelli forniti al momento della registrazione o successivamente integrati sul portale (cellulare, email, Pec o Pec cittadino)».
Se il lettore è stato colto da emicrania non è colpa mia, ma dei prosatori della Previdenza. Mi piacerebbe sapere quali siano state le reazioni dei vecchietti che hanno compulsato la missiva di cui discettiamo, e della quale vi risparmio la riproduzione integrale. In conclusione se è questa la semplificazione concepita dall'Inps e dallo Stato in genere, ne facciamo volentieri a meno.
Ricevere sei pagine deliranti può provocare negli ottuagenari una sincope. Nel qual caso si potrebbe pensare a un'interpretazione estensiva, da parte della Previdenza, della spending review. Meno pensionati, meno spese.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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