La selezione del Prof: candida pure chi insulta la sua lista

Roma«Si odono nomi di reciclati terrificanti per la Toscana... Se questo è il nuovo che avanza...». Le indiscrezioni sulle candidature? «Vecchi politicantes rivestiti». Niente paura, il livello delle candidature montiane poi si è risollevato notevolmente. Almeno dal punto di vista di Federiga Bindi, autrice di questo e altri tweet avvelenati contro le liste centriste, il premier e i suoi principali sostenitori. Liste migliorate, dicevamo, se non altro perché è stata proposta una candidatura proprio a lei, direttrice dell'istituto italiano di cultura a Bruxelles. Un passato recentissimo da renziana, poi delusa dal sindaco concittadino («@matteorenzi forse se ti impegnavi di più x chi si era impegnato x te era meglio...»), poi un passaggio velocissimo nell'area della lista Scelta Civica, quella di Mario Monti. Si dice, settimo posto, in un collegio toscano. Candidatura non definitiva, comunque.
Poco prima, di Monti pensava che non fosse all'altezza dei padri fondatori della Repubblica. Monti nuovo De Gasperi? «Non ci allarghiamo... De Gasperi e la sua storia non sono neanche comparabili...». Esperta di politica estera, protagonista di think tank sull'Europa, quindi tecnica doc, che non aveva risparmiato critiche al governo tecnico: «Il voto Onu su Palestina dice molto sui rapporti interni (ed esterni) al governo Monti, oltre che su sfaldamento Ue in politica estera». Difficilmente potrà ripetere giudizi di questo genere, se non altro perché la fiducia nelle istituzioni europee, dalle parti di Monti, non è materia negoziabile.
Ma il premier uscente non gli era piaciuto nemmeno nelle prime ripetute apparizioni televisive. Quella della battutaccia su Renato Brunetta e su Stefano Fassina del Pd da «silenziare». Giustamente, non le aveva proprio apprezzate: «Certe espressioni sono fuori luogo e basta. In bocca a @SenatoreMonti ci rimaniamo doppiamente male...!».
Soprattutto, non le piacevano gli alleati che Monti si è scelto. «Leggo gli adoranti commenti sulla Convenzione di Montezemolo e sono doppiamente contenta di essere andata alla Leopolda».
A Luca Cordero, in uno dei suoi tweet precedenti all'ufficializzazione della trasformazione di Monti da tecnico in politico centrista, aveva dedicato un «No ti prego... monteprezzemolo no....». Poi, «mitico Cirino su Monteprezzemolo», commentando un articolo dell'ex esponente Dc di feroce critica al presidente della Ferrari.
Ma non gli piaceva nemmeno Fini. Anche in questo caso era stato assimilato al fondatore della Dc: «Fini come De Gasperi? Come erede di De Gasperi è più credibile il mago Otelma». Pollice verso anche per Pier Ferdinando Casini: «Non abbiamo bisogno di Casini per prendere i voti moderati in franchising».
A volte le sue sembravano pressioni verso Monti affinché, mostrasse più coraggio. L'agenda le era piaciuta da subito. Tanto che chiedeva al presidente del Consiglio di «spingere fino in fondo e fare una lista solo sua. È x il bene del paese!».
I toni sono cambiati quando Monti ha scoperto il simbolo del suo partito-movimento. Il disappunto verso i leader centristi è presto svanito e anche la critica a Monti si è fatta più costruttiva: «Grande entusiasmo attorno a @SenatoreMonti nel cuore dell'Europa, ma perché sempre così poche donne e sempre in 2a fila??». La soluzione, come dicevamo, è presto arrivata.

Con una candidatura della stessa Bindi. Fino a ieri, precisava lei stessa, non è ufficiale. Prima vuole controllare che la candidatura per la Camera sia compatibile con l'incarico da responsabile dell'istituto di cultura a Bruxelles.

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