«Mi è sembrato di rivivere l'11 Settembre». Così Fabio Casarini, comandante del rimorchiatore che al pilota della Jolly Nero ha detto che si trovava troppo vicino alla Torre piloti. «Mi è caduta la Torre a 20 metri. Il rimorchiatore è stato avvolto dalla polvere. Sarei potuto morire, ma quando sei lì non ci pensi e lavori al meglio», ha detto al sito Portofinonews. «Non fatemi parlare, c'è un'inchiesta. La verità verrà fuori». La verità del pilota che si trovava con il comandante del cargo Jolly, Roberto Paoloni, non è molto diversa: «La nave non rispondeva ai comandi», racconta Antonio Anfossi. «L'ho detto al comandante. Ci stavamo accostando troppo al molo Giano. Poi, all'improvviso, la nave non rispondeva più ai comandi, era fuori controllo. Abbiamo provato a fermarci ma è stato tutto inutile. Siamo andati a schiantarci».
Di chi la responsabilità? «Non mi sento in colpa. Adesso per me è il momento delle lacrime... Ora voglio capire cosa è accaduto, come questo disastro si sia potuto verificare». Cosa è successo a bordo? «Non capisco, ma proprio perché voglio chiarezza fornirò ai magistrati e agli inquirenti la mia piena collaborazione».
«La Jolly Nero - precisa - stava procedendo a macchine indietro, velocità 3 nodi. Abbiamo iniziato la manovra per virare, quindi motori spenti e andatura lenta, pronti ad azionare i propulsori per contrastare l'abbrivio».
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