RomaMeno burocrazia a danno delle aziende, compresa quella che in teoria servirebbe a tutelare valori intoccabili, come la sicurezza sul lavoro e la tutela dell'ambiente, ma che in realtà finisce per produrre solo scartoffie ed extra costi. Il governo ci riprova. Oggi al Consiglio dei ministri approda la tessera mancante del decreto sviluppo, eliminata dal provvedimento il 4 ottobre nel corso del Consiglio dei ministri notturno. Arriva in una versione semplificata e con un disegno di legge, quindi soggetto a modifiche. Circa 30 articoli, dieci in meno rispetto al testo precedente. È la seconda legge di semplificazione firmata dal ministro della Pubblica amministrazione, Patroni Griffi. In dieci giorni il pressing dei sindaci e del Pd non è riuscito a fare stralciare la parte che riguarda il lavoro. Ma qualche modifica è arrivata.
Nella relazione della legge, il governo calcola il risparmio per le imprese che ci si aspetta dalla eliminazione di adempimenti formali che, non toccheranno «aspetti sostanziali della disciplina». In tutto sono 3,7 miliardi all'anno. L'ispirazione sono le normative internazionali che mettono le aziende in grado di adempiere agli obblighi sostanziali, con il minor numero possibile di adempimenti formali. Le modifiche introdotte dovrebbero riguardare il rafforzamento degli organi di vigilanza e la partecipazioni delle rappresentanze dei lavoratori nelle aziende sulle questioni che riguardano la sicurezza.
Questo capitolo riguarda in particolare «le prestazioni lavorative di breve durata», cioè il lavoro a tempo. «Nel rispetto dei livelli generali di tutela di cui alla normativa di salute e sicurezza sul lavoro, sono definite misure di semplificazione» sulla «informazione, formazione e sorveglianza sanitaria» e «applicabili alle prestazioni che implichino una permanenza del lavoratore in azienda per un periodo non superiore a 50 giorni lavorativi nell'anno solare». Tradotto, sono state sfoltite le comunicazioni all'Inail, alle Asl e al ministero del lavoro. In alcuni casi cancellate, in altre limitate a una segnalazione on line. A rischio il raddoppio della durata del Durc, il documento unico di regolarità contributiva, che nella prima versione passava da 90 a 180 giorni, così come l'eliminazione dell'obbligo a carico del datore di lavoro di invio all'Inail delle certificazioni mediche di infortunio sul lavoro e di malattia professionale.
Per quanto riguarda la tutela del paesaggio, costruzioni ed edilizia, si punta sulla certezza dei tempi di conclusioni del procedimento. Eliminato definitivamente il silenzio-rifiuto da parte delle amministrazione per il rilascio del permesso di costruire, anche nei casi in cui ci siano vincoli ambientali, paesaggistici o culturali. Il termine di giorni entro il quale l'amministrazione deve rispondere, per quanto riguarda i vincoli paesaggistici, è ridotto a 45 giorni. Oltre deve concedere l'autorizzazione.
Il provvedimento che oggi approda al Consiglio dei ministri è il seguito del «Semplifica italia» del settembre scorso. E riprende alcuni temi che avevano caratterizzato già la prima legge. Ci saranno semplificazioni sulle normative ambientali, nel pieno rispetto degli standard comunitari, assicurano fonti governative. Dovrebbe essere confermata la semplificazione della normativa anti incendio.
Tra le novità, la possibilità di fare il cambio di residenza e la dichiarazione per la tassa dei rifiuti, contemporaneamente. Poi il rilascio, su richiesta, del diploma di laurea anche in lingua inglese.
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