Avvocatessa sfigurata con l'acido: 20 anni al mandante e 18 agli esecutori. Questa la richiesta del pm Monica Garulli del Tribunale di Pesaro durante la requisitoria di ieri nel processo, con rito abbreviato, contro Luca Varani.
La vittima, Lucia Annibali, 36 anni, avvocato, viene aggredita la sera del 16 aprile scorso mentre rincasa in via Rossi a Pesaro. Sono le 22,30 quando Lucia cerca di infilare le chiave nella serratura. Nascosto nell'androne uno dei due aggressori. Rubin Talaban e Altistin Precetaj i due sicari albanesi assoldati dall'ex fidanzato della donna, il collega avvocato Varani. Pochi istanti e la donna cade a terra urlando dal dolore.
Soccorsa immediatamente è in condizioni gravissime. Prima di entrare in sala operatoria, però, ai carabinieri riesce a descrivere il criminale che le ha gettato addosso il vetriolo. Secondo la difesa dell'imputato i due stranieri si sarebbero dovuti limitare al danneggiamento dell'auto della poveretta. Ipotesi inattendibile per la parte civile.
L'uomo, che non si sarebbe mai arreso alla fine della sua relazione con la Annibali (avvenuta dopo che la 36enne aveva scoperto i tradimenti del compagno), è accusato di stalking, lesioni gravissime e tentato omicidio. Non solo. Secondo l'accusa Varani avrebbe già attentato alla vita delle sua ex manomettendo l'impianto del gas nel suo nuovo appartamento. In aula gli sguardi dei due non si sono mai incrociati. Lui occhi bassi anche quando sono state proiettate le immagini del lungo calvario cui è stata sottoposta in questi mesi, in ospedale, la donna. «Lucia ha ancora terrore. Ce l'ha dai tempi in cui era ricoverata a Parma e si svegliava di notte con l'incubo dell'agguato subito, rivedendo l'uomo che le aveva gettato l'acido in faccia» ha ripetuto l'avvocato Francesco Coli all'uscita del tribunale.
«Ha paura che voglia portare a termine quello che ha iniziato - ha aggiunto -. Lei ha voluto seguire il processo, è a tre sedie di distanza da lui, ma ha ancora paura». Coli davanti alla corte, parlando dell'imputato, ha sottolineato che «Varani ha devastato più vite (
) è regredito a un comportamento da villaggio tribale». Coli ha anche richiamato «l'uso intenso e costante di cocaina», come risulta dagli accertamenti clinici effettuati, «negli ultimi 7 mesi» prima dell'agguato e che spiegherebbe il comportamento alterato dell'uomo. Compostissimi i genitori e il fratello di Lucia. In particolare il padre, Luciano Annibali, con il quale la giovane condivide lo studio legale in piazzale Gonzaga a Urbino. La madre della vittima, però, non avrebbe nascosto il suo disprezzo per il presunto aguzzino di Lucia: «Mia figlia, come l'ho fatta, chi me la ridà?». Una richiesta, 20 e 18 anni, che scontenta molti ma che non potrebbe essere maggiore: in caso di rito ordinario per Varani si potevano chiedere 37 anni di carcere e 27 per gli esecutori.
«Se consideriamo gli sconti di pena, sarà come per altri casi in cui si è arrivati a meno di 9 anni, di cui magari 4 trascorsi a casa» il commento della responsabile dell'Unione donne d'Italia di Pesaro, Antonella Pompilio. «Aspettiamo che la giustizia faccia il suo corso e non solo per Luca ma anche per Lucia» dichiara il padre dell'imputato, Francesco Varani, che ai cronisti chiosa: «Voi non sapete come stanno le cose». Durante il procedimento mai un segno di cedimento da parte della vittima, fiera e combattiva come lo è stata in questi mesi di sofferenza.
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