Silvio preferisce Putin a Vespa Niente tv per evitare tensioni

No a Porta a porta. Berlusconi ospite del presidente russo per celebrare la rielezione. Nella visita si parla di gas e marò

Silvio preferisce Putin a Vespa Niente tv per evitare tensioni

Roma - Che Berlusconi preferisse Vladimir Putin a Bruno Vespa non è certo una notizia. E quindi, seppure all’ultimo momento, ci sta che il Cavaliere decida di dare forfait alla registrazione della puntata di Porta a porta in programma di prima mattina e anticipare di qualche ora il volo per la Russia. Senza contare che, racconta un senatore che ha avuto occasione di sentirlo, era già qualche giorno che l’ex premier manifestava perplessità sull’ospitata da Vespa. Non tanto - come raccontano i rumors - perché molti dirigenti del partito gli avrebbero chiesto di rinunciare preoccupati dal fatto che la leadership di Angelino Alfano potesse uscirne ridimensionata. Quanto perché davvero non ne aveva voglia, considerato anche il delicato momento politico. Che più incerto di come è oggi - con le alleanze per le amministrative ancora per aria e con aperto sia il fronte della riforma della giustizia che le partite Rai e beauty contest - non potrebbe essere. Insomma, che senso ha andare a Porta a porta oggi quando Pier Luigi Bersani lo farà solo il 21 marzo, tra oltre 15 giorni e forse con davanti un panorama un pizzico meno incerto? Eppoi, certo, il lancio della puntata andato in onda sulla Rai non ha contribuito a facilitare le cose visto che Berlusconi veniva presentato proprio in contrapposizione a Bersani. Cosa che al Cavaliere non ha fatto piacere per due ragioni: per il paragone tra lui e il segretario del Pd e perché anche per Alfano - che di Bersani è l’omologo - non è stata certa una bella pubblicità.
Così, dopo un lungo tira e molla, alla fine l’ex premier ha detto «no grazie» e si è diretto a Ciampino con destinazione Mosca, lasciandosi alle spalle non solo Porta a porta ma anche il tam tam - che rimbalzava ieri tra i corridoi della Camera - secondo cui la querelle sul famoso «quid» ancora porta strascichi. Ad attenderlo in Russia, non solo Putin - appena rieletto presidente della Federazione Russa - ma anche il suo predecessore Dmitri Medvedev con cui il Cavaliere - accompagnato dal deputato del Pdl Valentino Valentini - ha cenato. Una visita, spiega il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, «strettamente privata» durante la quale i due «avranno l’opportunità di parlare tra loro» anche di questioni interne visto che la Russia resta una delle principali fonti di approvvigionamento energetico del nostro Paese (il 30% del nostro gas e il 20% del petrolio arrivano da Mosca). E sempre la Russia - che ha ottimi rapporti con Nuova Delhi - potrebbe avere un peso nella gestione della crisi tra Italia e India, tanto che il segretario del Pri Francesco Nucara assicura che «Berlusconi si sta occupando della liberazione dei marò».
Per i prossimi due giorni, dunque, il Cavaliere potrà fare a meno di pensare alle vicende interne al Pdl, dove qualche tensione continua ad esserci. Un po’ perché - dopo le smentite di venerdì e sabato scorso - Berlusconi pensa non ci sia più motivo di tanta agitazione, un po’ perché molti dirigenti di via dell’Umiltà - soprattutto di area ex An ma anche una parte dei cosiddetti quarantenni ex Forza Italia - stanno pressando Alfano chiedendogli di tenere posizioni più forti. Detto questo, il rapporto tra i due resta solido se ancora qualche giorno fa Berlusconi definiva Alfano «una delle tre persone di cui davvero mi fido» e se ieri l’ex ministro della Giustizia ha definito «indissolubile» il suo legame «politico» e «umano» con il Cavaliere.

Il punto è che per riuscire a svolgere il suo incarico di segretario del Pdl, Alfano vorrebbe forse maggiore spazio e visibilità. E ieri, annunciando che non avrebbe partecipato al vertice di Palazzo Chigi - una decisione concordata con Berlusconi - ha in qualche modo cominciato.

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