
Se c'è una sirena alla quale la sinistra non sa resistere non è certo quella della polizia, ma quella dell'illegalità. Ieri, dopo 31 anni e 133 rinvii di sfratto, il centro sociale abusivo Leoncavallo è stato sgomberato. In massima sintesi: una zona di illegalità è stata riconsegnata alla legalità. Certo, rimangono ancora un centinaio di strutture occupate abusivamente nel Paese, ma il Leonka fino a ieri era il simbolo della protervia di un certo mondo progressista che pensava, per diritto acquisito dal '68 e per autocertificate motivazioni culturali, di essere al di sopra della legge. Il primo passo è stato fatto, ma la strada è ancora lunga. Lo dimostra l'indignazione di molti esponenti del Pd che si ostinano a difendere quello che era un sfregio a tutti gli italiani che rispettano la legge. Ma questo è solo l'ultimo esempio di una abitudine consolidata. Negli ultimi giorni la galassia progressista, infatti, ha puntato il dito contro il taser, colpevole di aver portato in poco tempo alla morte di due criminali che con esso erano stati fermati. Lo stesso mondo progressista che non ha detto una parola di denuncia nei confronti dello straniero che ha preso a martellate e dato alle fiamme un desk del terminal 1 di Malpensa, dopo aver spaccato il giorno prima alcune vetrine di Milano ed essere stato fermato (rigorosamente senza taser) e prontamente rilasciato. Non solo: martedì 16 si era presentato a Malpensa con un passaporto falso e dunque era stato rispedito a casa. Cos'altro doveva fare per essere arrestato: spedire una confessione anticipata con pec, spid e vari bolli, avvisando delle malefatte che voleva compiere?
Quindi, ricapitoliamo, i taser nelle mani degli agenti non vanno bene, i martelli nelle mani dei delinquenti invece non fanno nemmeno un plissé nel bel mondo della sinistra italiana. E il Leoncavallo deve rimanere uno spazio di illegalità, alla faccia di tutti. Ennesimo privilegio rosso.
Perché il tic di avercela sempre con chi indossa una divisa o con la proprietà privata è insopprimibile, un riflesso condizionato ancestrale che salta fuori appena se ne presenti l'occasione. Anche quando, come nel caso delle due tragiche morti, si è di fronte a incidenti che nulla hanno a che vedere con la volontà delle forze dell'ordine. E poi, secondo lorsignori, quale sarebbe il metodo migliore per fermare dei malintenzionati? Accoglierli con una salva di coriandoli e suonando con piglio intimidatorio delle lingue di Menelik? Perché, fino a prova contraria, l'alternativa al taser è la vecchia pistola con le pallottole e sappiamo bene quale dei due metodi sia più pericoloso, per tutti. Delle due l'una.
A meno che non si valuti l'opzione di lasciare i criminali a piede libero e legittimare le occupazioni di qualsiasi spazio privato. E, a giudicare dallo snobismo sprezzante della sinistra nei confronti dell'allarme per la sicurezza nelle città e nelle periferie, qualcuno sta valutando l'opzione. Sempre dalla parte sbagliata. Quella dell'illegalità.