Il sito segreto dove i ragazzi si insultano fino alla morte

Si chiama Ask.fm, è frequentato solo da adolescenti, pubblica commenti anonimi e foto estremi. Dalle conseguenze letali

Il sito segreto dove i ragazzi si insultano fino alla morte

Piccolo test rivela età: «Aski i primi 20?» As... cosa? Se non capite il termine avete superato l'adolescenza. Cari genitori, credete di sapere tutto quello che vostro figlio fa davanti al pc? E invece vi sbagliate. Avete le password del loro account di facebook, instagram, twitter e chi più ne ha più ne metta. Nelle ore notturne, mentre dormono, sbirciate sulle loro pagine alla ricerca di qualcosa di sospetto. Ma serve a poco se nel giro di ronda delle vostre «incursioni abusive» non avete incluso Ask.Fm. è l'ultima carta arrivata nel mazzo dei social network. Ed è la più inquietante: nel Regno Unito già due ragazzini si sono suicidati, schiacciati dal bullismo in Rete che, grazie ad Ask.Fm, si scatena in pieno anonimato.
Gli utenti hanno tra i dodici e i diciotto anni, dunque sono tagliati fuori non solo i genitori, ma anche i fratelli maggiori. Per dare un'occhiata basta inventarsi un nickname, un nome falso internettiano, e iscriversi per ritrovarsi catapultati nel mondo ideato dai due fratelli lettoni Ilja e Mark Terebin.
La sensazione è quella di essere sottoposti a una pressante intervista da perfetti sconosciuti. Gli utenti si scambiano domande e si rispondono a vicenda. Più le risposte sono «cool», taglienti e strafottenti, più gli utenti diventano «popular» e risultano delle vere e proprie icone agli occhi degli amici. L'aspetto più diabolico di ask.fm è proprio che le domande possono essere anonime. Grazie a questa maschera, che tutti possono indossare, richieste e commenti sono spesso crudi,nessuno si fa scrupoli.
Si legge senza troppi giri di parole: «A nessuno importa di te, fai schifo», oppure «metti una foto di te nuda?». E cari genitori non pensate: «Tanto mio figlio non è iscritto ad ask.fm». Sono milioni gli adolescenti che lo frequentano: in qualche anfratto della «cronologia» dei siti visitati, troverete il link.
Le ossessioni degli utenti del social sono «mi mandi una tua foto?» e «mi aski?» che in italiano lineare (e non in cyberlanguage) vuol dire «mi fai una domanda?». I ragazzi su questa piattaforma sono fissati con quella che si può definire «matematica di bellezza». Se date un'occhiata veloce alla home page, senza soffermarvi troppo, vedrete una serie di numeri affiancati da smile accattivati. Queste cifre, all'impatto insignificanti, sono i voti che si danno tra di loro: «9». Risposta: «Grazie baby». Sono disinibiti, sfacciati. Perlomeno stando dietro a uno schermo.
Su Ask.fm c'è poi l'eterna querelle tra i «directioners» e i «no directioners». Per chi è già nell'età della ragione, sono i fan degli One Direction, la boyband anglo-irlandese che sta facendo impazzire gli adolescenti. Anche su questo tema si finisce a litigare: «Sono una directioner. Secondo me il gruppo sarebbe meglio senza Nail (uno dei componenti del gruppo, ndr), non ti arrabbiare». La risposta: «Come potrei non incavolarmi come una belva? Quello che mi fa piangere è che sei andata anche al concerto. Sei una grandissima deficiente. Sentiti in colpa per tutte le ragazze che hanno pianto per non aver trovato un biglietto». Tutto viene trattato come questione di vita o di morte: «Essere o non essere una directioner?».
Ma in fondo fin qui è solo musica. Se si sbircia in questo universo parallelo, si trovano anche post decisamente preoccupanti, come quello di @EmyCrash che pubblica una sua foto con una siringa che le trapassa la lingua. Sotto c'è scritto: «Una mia foto in un periodo buio». A quel punto mi incuriosisco e vado sbirciare sulla sua pagina. Ha tantissimi piercing in faccia e giura di averli fatti da sola. La sua foto profilo la mostra mentre fuma una«canna». È qui il trash paga: ha un sacco di follower. Ma non è l'unica. C'è anche @C.A. che come immagine ha una sua foto in posa sexy, davanti allo specchio, in succinti short. Le chiedono: «Cosa fai quando sei stressata?», e lei, palesemente una ragazzina, subito si acconcia in posa da donna vissuta: «Fumo».
È poco più che una bambina. Allora intervengo, le rispondo anch'io, provo a farle la morale: «Lo sai che fa male fumare?».

Lei ribatte senza deludermi nemmeno un po': «Moriremo tutti comunque». Sanno ogni cosa della vita, almeno di quella virtuale. Sono già adulti. Sono loro i cittadini del mondo di ask.fm. A quel punto non mi resta che spegnere il pc e farmi da parte. Con grande sollievo...

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