Il sogno di Renzi sul Pd: "Un partito moderno e leggero"

Il sindaco di Firenze: "Basta con l'idea novecentesca dell'appartenenza"

Il sogno di Renzi sul Pd: "Un partito moderno e leggero"

In un'ampia intervista a Repubblica Matteo Renzi spiega il Pd che vuole (sottinteso, con lui alla guida): un Pd moderno e leggero, senza troppe correnti che litigano di continuo e appesantiscono inutilmente la politica. Il sindaco di Firenze fa sapere che presenterà il suo progetto di Pd il prossimo 27 ottobre, alla Leopolda di Firenze (lo stesso luogo da dove ha lanciato le sue sfide negli ultimi anni). "Tanti amministratori, tanti sindaci, tanti militanti ripongono nel Pd le loro speranze. E chiedono a me di mettermi in gioco. A loro dico: dobbiamo costruire un Pd moderno, aperto, pensante non pesante. Perché solo il Pd può fare uscire l’Italia da questa crisi". Renzi dunque rompe gli indugi e si dice pronto a scendere in campo. Vuole aspettare prima la convocazione ufficiale del congresso e la definizione delle regole (Epifani le ha promesse entro la fine di luglio) ma la road map è già segnata.

Il rottamatore (anche se non vuole più essere chiamato in questo modo) dice che "è fondamentale che si torni alle idee". E nel suo progetto vuol lasciare fuori dal Pd i capicorrente, "imboli di un partito che non esiste ma resiste". Via le vecchie incrostazioni, dunque. A chi con insistenza lo spinge a candidarsi Renzi ribadisce: "Voglio un Pd in cui vinca la leggerezza, che sia libero da certe burocrazie simil-ministeriali".

La domanda da un milione di dollari: il segretario deve o non deve essere anche il candidato premier? Renzi risponde in questo modo: "Mi atterrò alle regole quando saranno chiare e soprattutto quando si conoscerà la data del congresso, allora parleremo di cosa fare". E insiste sulla propria linea guida: "Voglio un partito che non sia terra di conquista di correnti ma che sappia conquistare i voti di chi non ci ha votato prima".

A proposito della riforma che abolisce il finanziamento pubblico ai partiti, Renzi osserva: "Nel 2013 serve un partito aperto. Basta con l’idea novecentesca dell’appartenenza. Dobbiamo renderlo moderno sapendo che non si discute solo nelle sezioni, che si fa politica anche in rete o nei luoghi del volontariato". Che voglia strizzare l'occhio al "partito liquido" di Grillo?

Renzi prova a spiegarsi meglio: "Ci dovremmo spiegare perché in alcune zone d’Italia sono stati più i votanti alle primarie che alle elezioni".

Che risposta si dà il sindaco di Firenze? "Il partito si è chiuso in un castello. Quando lo apri arriva più gente. Per questo bisogna partire dai sindaci. Possono dare una mano. Il Pd così può essere il luogo delle nostre speranze non delle singole ambizioni".

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