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Sondaggi choc sugli anti euro: sono in testa in mezza Europa

In Europa cresce la fronda anti Euro. I partiti più in salute, nel Vecchio continente, sono quelli euroscettici. In Italia Lega, M5S e FdI superano il 30%

Farrel, Le Pen e Strache
Farrel, Le Pen e Strache

Roma - Una valanga di euroscetticismo è pronta ad abbattersi sull'Europa. A poco più di due mesi dalle elezioni i sondaggi lasciano prefigurare una possibile rivoluzione nella composizione dell'aula di Strasburgo. E nei salotti continentali si inizia a realizzare che qualora le forze contrarie alla moneta unica dovessero superare la soglia del 25% e trovare piattaforme programmatiche comuni l'agenda del nuovo Parlamento potrebbe essere sconvolta.

La rilevazione che desta maggior scalpore è quella relativa alla Gran Bretagna. Qui l'Ukip di Nigel Farage potrebbe diventare il primo partito col 30% dei consensi. Seguono i Laburisti col 28% e crollano i conservatori di Cameron al 21%. In Francia il vento sembra soffiare nella stessa direzione. Il Front national sorpassa l'Umo e sale al primo posto. Secondo un sondaggio il partito di Marine Le Pen sarebbe al 19%, davanti l'Ump al 18%. Il Partito socialista di François Hollande è fermo al 15%. Marine Le Pen è vista come la vera portabandiera dell'offensiva anti-euro e punta sulla spinta che potrebbe regalarle il primato nazionale per lanciare il suo affondo contro l'Unione monetaria. Altro Paese in cui è facile prevedere una affermazione anti-euro è l'Austria dove l'Fpo di Heinz Christian Strache è dato attorno al 27%. Mentre in Germania, seppure su scala più ridotta, sta acquisendo consensi la Alternative für Deutschland, data all'8%.

L'ondata euroscettica, peraltro, non è affatto limitata alla sponda destra dello spettro politico, ma si allarga anche a sinistra. Colpisce, ad esempio, consultando la media dei sondaggi settimanali preparata dal sito «Electionista», quanto sta avvenendo in Italia. Nel nostro Paese i partiti che puntano a cambiare in profondità l'Ue sono al 35,4 con la Lista Tsipras, schierata a sinistra, al 5,1%. Questa lista, però, non mette nel mirino la moneta unica bensì i trattati. Gli altri partiti che contribuiscono a questo risultato sono il Movimento 5 stelle al 22,8%, la Lega al 4,5 e Fratelli d'Italia al 3%. Senza dimenticare Forza Italia, attestata su posizioni diverse ma comunque «euro-critiche» su alcuni specifici punti, al 23,3.

È evidente, insomma, che la campagna elettorale che si appresta a iniziare non potrà che ruotare attorno al tema dell'identità europea, con dibattiti sulla revisione dei trattati, sulle quote dell'immigrazione, sulla fine della libera circolazione, sull'uscita dalla moneta unica. La Lega, ad esempio, vuole giocarsi questa partita fino in fondo. E oggi annuncerà un accordo con alcune liste provenienti dal mondo della diaspora degli ex An. «La nostra battaglia per rendere più forte e coeso il fronte europeo anti-euro va avanti» spiega Matteo Salvini. «Entro aprile presenteremo una piattaforma comune e la nostra alleanza con altre forze. L'obiettivo è costituire un gruppo parlamentare, con Marine Le Pen e gli altri. Noi non siamo contro l'Unione europea, ma contro l'euro e questo va detto con chiarezza. Oggi faremo un piccolo passo già a livello nazionale, con l'annuncio di un accordo con altre forze anti-euro con cui presentare liste su tutto il territorio nazionale, a Roma e nel Sud». «L'asse con Grillo? In un eventuale gruppo parlamentare non ci azzecca molto alla luce delle sue posizioni sull'immigrazione non compatibili con le nostre.

Se invece, visto che parla tanto di federalismo, vuole discuterne con noi e sottoscrivere i nostri referendum, allora ben venga».

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