Sono fuori dalla politica, ma con le tasche piene grazie al vitalizio: da Fini a Di Pietro

Da quelli rimasti a casa dopo le ultime elezioni a i tanti reduci della Prima Repubblica. Chi sono e quanto prendono gli ex parlamentari della Repubblica

Sono fuori dalla politica, ma con le tasche piene grazie al vitalizio: da Fini a Di Pietro

Sono spariti dalla politica attiva ma si consolano con una pensione tuttaltro che disprezzabile. A spulciare i conti è il settimanale l'Espresso, con la lista di tutti i vitalizi e l'indicazione di quelli, non rieletti alle ultime elezioni, che hanno avuto l'assegno calcolato con il nuovo sistema contributivo (pro rata) entrato in vigore il 1° gennaio 2012. Vediamo chi sono i fortunati ex onorevoli. All'ex presidente della Camera, Gianfranco Fini, vanno 5.614 euro (35 anni di contributi). All'ex sindaco di Roma, Francesco Rutelli, 5.755 euro (26 anni).

Non se la passa male Giuliano Amato, due volte presidente del Consiglio e neo giudice della Corte costituzionale: come ex parlamentare (25 anni) percepisce 5.170 euro. A un altro ex premier, Massimo D'Alema (28), vanno 5.283 euro. Prende qualche spicciolo di più Walter Veltroni (5.373), pur con lo stesso periodo contributivo (28).

All'ex ministro Claudio Scajola ogni mese arrivano 4.656 euro. Il più famoso dei magistrati passati in politica, Antonio Di Pietro, si deve accontentare di 3.702 euro al mese. A Tiziana Parenti, anche lei transitata dalla toga al parlamento, vanno 2.852 euro.

Tra i pensionati della Prima Repubblica si segnalano Giorgio La Malfa (Pri), con 5.759 euro; Renato Altissimo (Pli) 4.856; Pietro Longo (Psdi) 4.684; Claudio Martelli (Psi) 4.684; Arnaldo Forlani (Dc) 5.691, Paolo Cirino Pomicino 5.231.

Al leader storico dei radicali, Marco Pannella, vanno 5.691 euro. Assegno decisamente più magro per Mario Capanna (2.906 euro), leader della protesta studentesca alla fine degli anni Sessanta, poi esponente di Democrazia proletaria

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