
«È svilente la semplificazione argomentativa» della Procura e del Gip di Milano nell'inchiesta sull'urbanistica cittadina, e cioè la tesi per cui «sarebbe sufficiente l'esistenza di un pagamento e lo svolgimento della funzione pubblica in presunto conflitto di interessi per poter ritenere sussistente un accordo corruttivo». Tradotto: per mancanza di gravi indizi di colpevolezza sul reato di corruzione, il Tribunale del Riesame il 12 agosto ha annullato l'arresto cautelare dell'architetto ed ex membro della Commissione paesaggio Alessandro Scandurra (e del coindagato Andrea Bezziccheri), smontando così il costrutto accusatorio della Procura.
Nel giorno in cui vengono rese pubbliche le motivazioni delle scarcerazioni, il Comitato delle Famiglie sospese è stato ricevuto in Prefettura per l'avvio di un tavolo che dovrebbe avviare un percorso risolutorio per le 4.500 famiglie che stanno pagando mutui o hanno saldato la propria casa, rimasta sulla carta o sotto sequestro. Un incontro che sembra far vedere la luce in fondo al tunnel per le famiglie e gli imprenditori, quanto meno nella presa in carico della situazione.
Sono 170 i progetti bloccati negli uffici in attesa di autorizzazione o sotto esame, cui si aggiungono i 3 cantieri sotto sequestro. È di lunedì la notizia dell'apertura di fascicoli anche sulla torre di 22 piani «Syre» a San Siro e «il Nido» di via Fontana.
Il Comune «punta a sbloccare diversi progetti, da qui alla fine dell'anno. Il sindaco ha detto che è disposto a tutto per sbloccare la situazione» riferisce Filippo Borsellino, portavoce del Comitato famiglie sospese, al termine dell'incontro. Per farlo «esistono alcuni strumenti amministrativi, come la revoca della Scia, la presentazione di un piano attuativo, la votazione in giunta e poi la richiesta da parte dei cantieri sequestrati del dissequestro in Procura, e quella appunto sarà una decisione della Procura». Una soluzione che richiede tempi lunghissimi, osservano i i piccoli operatori immobiliari, anche di anni per un piano attuativo, con gli uffici comunali dell'urbanistica che non sono in grado di reggere a una tale mole di pratiche. Il personale, infatti, sarebbe dimezzato.
Sembra anche che nel Tribunale si stia aprendo uno spiraglio per la possibile via di uscita attraverso il nuovo strumento della giustizia riparativa, che rimane però ancora con confini abbastanza confusi. Su un altro piano c'è anche la consapevolezza che i cantieri sequestrati possano trasformarsi rapidamente in focolai di degrado, prima che la giustizia penale faccia il suo corso. Molto più veloce, come auspicato dai costruttori, la via della sanatoria e della fase transitoria: da qui il forte pressing sulla politica.
«Quello che abbiamo sempre chiesto è una convergenza politica per risolvere il problema, quindi una collaborazione tra le varie forze del Parlamento per aiutarci ad uscire da questa crisi» spiega ancora. Il Prefetto «porterà le nostre istanze al ministro Salvini - continua Borsellino - Sentiamo la necessità di un intervento legislativo, e auspichiamo la presenza del ministro Matteo Salvini al prossimo tavolo».