Milano Un primo risultato l'offensiva di Silvio Berlusconi contro i giudici milanesi l'ha ottenuto: per almeno un mese i processi a suo carico entrano in letargo, e la complessa fase politica della formazione del nuovo governo avverrà con il Cavaliere al riparo dagli sviluppi dei suoi guai giudiziari. Ieri la Cassazione ha aperto formalmente l'iter per valutare l'istanza di Berlusconi di spostare da Milano a Brescia i due processi in corso contro di lui. A valutare se davvero a Milano non ci siano le condizioni per processare serenamente l'ex capo del governo sarà la Sesta sezione della Cassazione.
L'assegnazione del fascicolo - firmata ieri dal primo presidente della Corte, Ernesto Lupo - è arrivata in extremis. Questa mattina a Milano è prevista la nuova udienza del processo d'appello a Berlusconi per la vicenda dei diritti tv, dove la Procura generale ha chiesto la conferma della condanna inflitta in primo grado a quattro anni di carcere e a cinque anni di interdizione dei pubblici uffici. I difensori di Berlusconi avevano già annunciato la richiesta di rinvio dell'udienza a causa della convocazione per stamane dell'ufficio di presidenza del Pdl. Ma la Corte si preparava (era stato preallertato un avvocato d'ufficio) a fare lo stesso udienza e a dare la parola agli ultimi difensori. Dopodiché, orologio permettendo, si sarebbe potuta emettere la sentenza.
Invece poco prima di pranzo da Roma arriva la notizia che iberna sia il processo per i diritti tv che il caso Ruby, dove lunedì prossimo i pm Ilda Boccassini e Antonio Sangermano si accingevano a concludere la loro requisitoria con la richiesta di condanna per Berlusconi. Si preparava insomma una due giorni di fuoco per il Cavaliere che viene disinnescata all'ultimo momento dal provvedimento di Lupo. Che, si badi, non costituisce per nulla un'accettazione delle tesi di Berlusconi e dei suoi legali. Ma concede al Cavaliere una pausa della sua vita da imputato.
La decisione della Cassazione, quella vera, dovrebbe arrivare nel giro di un mese. Certo, se i processi dovessero davvero venire spostati a Brescia, l'effetto sarebbe tellurico: per il caso Ruby, ma soprattutto per il processo dei diritti tv che andrebbe verso la prescrizione. Ma quante sono le chance reali di Berlusconi di vedere accolta la sua richiesta? L'unica volta che ci provò, alla fine del 2002, il Cavaliere si vide respingere la richiesta con una motivazione delle Sezioni Unite secondo cui per spostare un processo serve una «grave e oggettiva situazione locale, idonea a giustificare la rappresentazione di un concreto pericolo di non imparzialità del giudice, inteso come intero ufficio giudiziario».
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