Prima il silenzio, poi il pianto isterico sfociato in accuse contro tutti coloro che "mi vogliono morto". Quindi il diritto all'eleganza e - a correlare il tutto - l'ormai noto slogan "non sapevo niente". Questa la parabola dell'onorevole Aboubakar Soumahoro, sempre più in picchiata verso un baratro che sembrerebbe irrecuperabile, soprattutto alla luce degli ultimi colpi messi a segno dagli inquirenti nel cui mirino non sono finite soltanto le cooperative gestite dalla famiglia della compagna - indagata insieme alla madre e al fratellastro - ma anche le testimonianze dei braccianti che IlGiornale.it ha raccolto sul posto.
A Foggia, infatti, l’ex sindacalista è stato sbugiardato più volte proprio dai propri compagni, il tutto nel silenzio delle istituzioni. Se è vero che Soumahoro si è trovato esposto su un fronte da cui vorrebbe tirarsi fuori (non a caso rimanda le dichiarazioni al legale, Maddalena Del Re), è anche vero che il tempo per pensare ai soldi sembra trovarlo.
La famosa raccolta fondi della discordia, quella dei 220mila euro mai arrivati nel ghetto di Torretta Antonacci - come ci hanno raccontato personalmente i braccianti - è infatti ancora attiva su GoFunMe. Questo significa che ancora oggi è possibile inviare soldi alla Lega Braccianti, di cui Soumahoro è il Presidente - nonché, stando ai documenti (non) forniti, l'unico rappresentante formale dell'ente - e ne detiene il conto corrente. Si legge sul sito un aggiornamento, pubblicato negli ultimi mesi di bufera, che riporta le stesse parole scritte sul profilo facebook di Soumahoro e che punta il dito contro il "fango mediatico".
"Non consentirò mai a nessuno - indipendentemente dal colore della pelle, dal collocamento giornalistico, dal posizionamento sindacale e dall’appartenenza politica - di gettare ombre sul nostro operato e sulla mia integrità per rancore, per odio o per invidia”. E ancora: “Tutte le nostre azioni sono compiute in trasparenza e da uomini che rispettano la legge. Per questo, so che i processi di ricerca della verità e della giustizia si celebrano in tribunale e non si sentenziano sui giornali o in rete, a meno che siano animati dall’intento diffamatorio finalizzato a ledere la reputazione. Al riguardo, ho dato mandato ai miei legali di procedere nelle sedi opportune contro chiunque in queste ore tenterà di gettarmi del fango”.
La dichiarazione strappa lacrime che, però, non riporta giustificazione o spiegazioni concrete sui fatti avvenuti ha comunque fatto breccia nei cuori degli idealisti e di chi ancora crede nella bontà e correttezza del deputato tanto che, proprio dopo questo exploit, le donazioni sono riprese aumentando così il valore raggiunto.
Stesso discorso sul sito della Lega Braccianti dove gli obiettivi concreti non sono riportati, i bilanci sono fermi al 2020 - e sono quelli contestati che riportano la spesa di circa 50mila euro per qualche missione, a fronte dei più di 200mila raccolti con il crowfunding - ma il modulo per le donazioni è ben in vista.
Chiedendo poi informazioni all'unico indirizzo mail indicato, a rispondere - come IlGiornale.
Insomma, il deputato con gli stivali continua a "non sapere niente" ma, almeno due cose sembrerebbe le avesse chiare: il posto da parlamentare e le tasche che, nonostante tutto, continuano a riempirsi.
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