Stangata a easyJet e Ryanair: polizze «trabocchetto» sui siti

L'Antitrust contro le compagnie: informazioni poco trasparenti sulla vendita delle assicurazioni facoltative per i voli. Una sanzione da oltre 1 milione di euro

Stangata a easyJet e Ryanair: polizze «trabocchetto» sui siti

Ryanair ed EasyJet, le due principali compagnie low cost che operano in Italia, sono state multate dall'Antitrust per la mancata trasparenza nelle vendite delle polizze assicurative abbinate all'acquisto dei biglietti. La sanzione non è da poco: 850mila euro a Ryanair e 200mila a easyJet, e la differenza si spiega con il fatto che quest'ultima ha modificato le procedure sul proprio sito già durante l'istruttoria. Ryanair, a sua volta, ieri ha immediatamente emesso un proprio comunicato annunciando che «pur in disaccordo» con il provvedimento, «modificheremo il nostro sito web di conseguenza». EasyJet, «rammaricata, valuterà il da farsi».
Per l'Autorità, sia Ryanair che easyJet hanno violato il Codice del Consumo in quanto «non hanno fornito, o lo hanno fatto in modo assolutamente insufficiente e inadeguato», informazioni essenziali sulla polizza facoltativa destinata a coprire i rischi legati al viaggio. Si tratta di contratti assicurativi (con la francese Axa quello di Ryanair, con la tedesca Allianz quella di easyJet) che coprono eventualità quali l'annullamento, la rinuncia, la mancata o ritardata consegna del bagaglio, le spese mediche in caso di infortunio o malattia. Diverse le accuse: informazioni sommarie e poco chiare, franchigia troppo alta rispetto al costo del biglietto, non è spiegato che la polizza non dà diritto a rimborso di tasse e diritti aeroportuali. Si tratta di polizze non obbligatorie ma che i siti, non senza malizia, attivano in via automatica se non viene indicato espressamente il contrario. A Ryanair l'Autorità ha contestato proprio il meccanismo di «deselezione» dell'opzione di acquisto della polizza che il consumatore deve effettuare, che risulta macchinoso e poco trasparente: vi si accede, con difficoltà tali da sconfinare nel trabocchetto.
In entrambi i procedimenti l'Autorità ha poi ritenuto pratica commerciale scorretta il pagamento richiesto per il rilascio della certificazione attestante la mancata fruizione del servizio di trasporto, indispensabile per il consumatore ai fini dell'indennizzo delle spese sostenute. Si tratta di un'informazione, ovviamente già in possesso delle compagnie aeree, che potrebbe facilmente essere trasmessa alla società di assicurazione senza gravare sul consumatore. Quindi un eccesso di «burocrazia» che scoraggia la procedura di rimborso. Tale pagamento, in alcuni casi, è risultato addirittura superiore al costo del servizio assicurativo (20 euro la richiesta di Ryanair, 12 euro quella di easyJet) e si aggiunge all`obbligo di contattare un numero a pagamento: in questo modo, secondo l'Antitrust, chi ha pagato la polizza viene frenato dall`avviare la stessa pratica di rimborso che, in ogni caso, «sconta» una franchigia elevata. E infatti, in base ai dati elaborati dagli uffici dell'Autorità nel corso delle due istruttorie, la percentuale di viaggiatori che hanno attivato pratiche di rimborso è stata estremamente bassa.
Il provvedimento dell'Antitrust, apprezzato dall'ad di Alitalia Gabriele Del Torchio («Sono contento tutte le volte che le regole del libero mercato vengono imposte») conferma che qualcosa sta cambiando dopo gli anni di sviluppo incontrollato delle low cost. Lo scorso anno Ryanair è stata multata in Italia per elusione contributiva sui contratti di lavoro, mentre è in fase di approvazione una norma in base alla quale eventuali contributi degli aeroporti alle compagnie - il modello su cui ha prosperato Ryanair - dovranno essere sottoposti a gara. Anche il mercato sta cambiando: di recente la compagnia irlandese ha annunciato un «allarme utili» per l'esercizio in corso, che chiuderà il 31 marzo.

Forse anche per questo il tono di Ryanair si è fatto meno arrogante: ora si adatta docilmente alle indicazioni dell'Antitrust, mentre solo quattro anni fa, rifiutando di riconoscere i documenti di imbarco previsti dall'Enac, l'ad Michael O'Leary non si era trattenuto dall'insultare il presidente dell'Autorità italiana, Vito Riggio, dandogli pubblicamente dell'«idiota».

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