RomaFare pagare l'Imu, per intero, a partiti, sindacati e fondazioni bancarie. Un tratto di penna sul lato meno conosciuto dell'esenzione dall'imposta municipale che grava sugli immobili, messa in ombra da quella ben più famosa che riguarda la Chiesa. Un gruppo di deputati (peraltro prevalentemente laici) è intenzionato a riportare il caso sotto i riflettori, attraverso un emendamento alla legge di stabilità, presentato ieri alla commissione Bilancio della Camera. Obiettivo: «Applicare l'Imu anche agli immobili delle fondazioni bancarie, dei sindacati e dei partiti, eliminando un assurdo privilegio a favore di queste realtà», ha spiegato Gabriella Giammanco, deputata del Pdl, componente della commissione Lavoro della Camera dei Deputati, prima firmataria della proposta sottoscritta da altri 35 colleghi. «Lo scorso anno, nell'ambito del decreto salva-Italia - ricorda Giammanco - ho proposto l'introduzione dell'Imu sugli immobili commerciali della Chiesa e il Governo ha ragionevolmente deciso di applicare l'imposta a questi. Oggi, con il mio emendamento, chiedo all'esecutivo di completare il percorso intrapreso in direzione di una maggiore equità fiscale».
La disciplina per gli immobili di proprietà di enti e organizzazioni che non hanno finalità di lucro è simile a quella che vale adesso per la Chiesa. Pagano l'Imu solo quelli destinati ad attività commerciale. Niente imposta comunale, prevede la legge, per quelli di culto o per quelli destinati allo svolgimento, «con modalità non commerciali, di attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive». L'intenzione dell'emendamento è escludere «in ogni caso», gli immobili e i terreni di proprietà delle fondazioni bancarie, dei partiti e movimenti politici e delle organizzazioni sindacali.
Difficile quantificare le maggiori entrate, se dovesse passare l'emendamento, per quanto riguarda partiti e sindacati. La Uil, ad esempio, ha ceduto da tempo tutti i suoi immobili a una società e quindi paga l'imposta su tutte le proprietà immobiliari. Allo stesso modo, parte del patrimonio immobiliare dei partiti, già oggi, non si può sottrarre all'Imu perché è di proprietà di società controllate dalle stesse formazioni politiche. Allo stesso tempo ci sono edifici che dovrebbero essere soggetti alla mini patrimoniale, ma che sfuggono perché risultano destinati ad attività culturali. Altra complicazione è capire la natura di alcune attività dei sindacati. Se i Caf, centri di assistenza fiscale, svolgono sicuramente attività commerciale, i patronati possono tranquillamente rientrare tra o soggetti che fanno assistenza. La proposta è di fare pagare tutti.
Comprese le fondazioni che oggi pagano l'imposta municipale su tutti gli edifici tranne quelli espressamente adibiti a hospice per anziani o malati, ad housing sociale, destinati a musei, sale per prestazioni didattiche o convegni, attività sportive. In tutto, secondo l'Acri, l'associazione delle casse di risparmio, gli immobili delle fondazioni valgono 1,4 miliardi di euro e quelli esentati sono il 23% del totale.
Quindi l'Imu risparmiata ogni anno per le esenzioni previste dalla legge è pari a 600mila euro all'anno, contro i tre miliardi di euro di imposta pagata sugli altri immobili, che sono quelli detenuti per investimento.
«Lo spirito comunque non è quello di fare cassa, ma di fare valere un principio. Le famiglie pagano l'Imu su case che non sono destinate ad attività commerciali», spiega Giammanco.
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