La Bindi corre ad abbracciare Cicchitto

La pasionaria dc al deputato azzurro: "Fabri, mi volevo congratulare! Bravo!"

Rosy Bindi al teatro Vittoria di Torino
Rosy Bindi al teatro Vittoria di Torino

La simpatia è fiore che nasce dove non t'aspetti, dove l'imperscrutabile trama del destino ha gettato il seme. Prendi Rosy Bindi, colei che veniva definita la pasionaria dc, già seguace di Tina Anselmi presidente della commissione d'inchiesta sulla P2, quindi negli anni assurta a simbolo dell'opposizione al machismo dei berluscones. È metà pomeriggio, la Rosy giace annoiata e stanca sul suo solito divanetto in Transatlantico, il secondo uscendo dai settori del Pd. Quand'ecco che scatta in piedi, l'agile gioco d'anca scansa un crocicchio, quindi le solide gambe scartano a sinistra e poi a destra per superare un paio di deputati. Raggiunge un assorto Fabrizio Cicchitto, che a capo chino s'avvia verso il corridoio degli ascensori. Lo tocca sul gomito, gli palpa il bicipite finché quello non trasalisce, trasognato.

Lui è sorpreso, quasi impaurito. Ma Rosi gli prende la mano con rassicurante vigore, sboccia in sorriso smagliante. «Fabri, mi volevo congratulare! Bravo, bravo!». Lo stringe a sé in un abbraccio cui l'altro non si sottrae. Alba di stagione che verrà.

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