UN SUCCESSONE Un mese con la donna più sexy del mondo gli regalò gloria per sempre

Avevo ventiquatto anni e Brigitte Bardot. Non sentivo i richiami della rivolta e nemmeno gli slogan di quella generazione arrabbiata che voleva abbattere tabù e pregiudizi e aveva nello spinello il simbolo della trasgressione. Ero libero, felice e consapevole di aver rotto in anticipo il muro del pudore, con il sesso sfrenato e la licenza di prendermi tutto. Non conoscevo Rudi Detschke e Daniel Cohn-Bendit ma nella mia incoscienza ero andato anch'io in Francia a combattere una guerra di liberazione contro il perbenismo e il reggiseno. Una rivoluzione sentimentale che si fondava sullo charme e sulla joie de vivre, e che non aveva il denaro in cima ai suoi pensieri, come qualcuno potrebbe invece credere. Noi, i ragazzi italiani di Saint-Tropez, per piacere, per conquistare, dovevamo lottare contro gli straricchi. Io non avevo la Ferrari o la Rolls Royce e nemmeno lo yacht da trenta metri; me la giocavo tutta con la mia faccia e quella era la sfida più eccitante.

Gunther Sachs, ex marito di Brigitte, playboy e miliardario, scendeva dal suo elicottero vestito da Dracula, lanciava tonnellate di rose rosse, entrava nel porto con il suo Aquarama sparando candelotti fumogeni. Io ballavo il flamenco sul tavolo prendendo a calci i bicchieri. Piedi nudi, jeans, capelli al vento e via. Vaffanculo.

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