Sul lavoro il premier commissaria la Fornero

Monti: sistemo io il ddl e il caso esodati. Tagli agli statali: dai telefoni degli uffici vietate interurbane e chiamate ai cellulari

Sul lavoro il premier commissaria la Fornero

Roma - Il premier Mario Monti accontenta tutti: Pd, Pdl, Confindustria, forse anche i sindacati e le istituzioni europee, che vogliono la riforma approvata in tempi stretti e certi. La notizia è arrivata ieri sera, un’ora esatta dopo l’annuncio di Silvio Berlusconi che il Pdl approverà la riforma del lavoro a patto che poi venga modificata. Il tempo di fare scrivere il comunicato agli uffici di Palazzo Chigi e il presidente del consiglio ha dato rassicurazioni su tutti i fronti.
«Il Governo ha chiesto di accelerare l’esame sulla riforma del lavoro» per approvarlo «entro il 27 giugno affinché il Consiglio Europeo possa prendere atto del varo di questa importante riforma strutturale». Allo stesso tempo, aggiunge la nota, l’esecutivo, «si impegna a risolvere tempestivamente, con appropriate iniziative legislative, altri problemi posti dai gruppi parlamentari: la questione degli esodati e alcuni aspetti della flessibilità in entrata e degli ammortizzatori sociali. Su questi temi il Governo sta lavorando anche sulla base delle costruttive proposte provenienti dai gruppi di maggioranza».
L’impegno riguarda quindi tutti i fronti aperti con la politica e il mondo dell’economia. Per quanto riguarda gli esodati, la novità, in parte anticipata dal ministro del Lavoro Elsa Fornero con i nuovi 55mila «salvaguardati» che si aggiungono ai 65mila già individuati, riguarda in particolare le persone più anziane rimaste senza stipendio né pensione. Chi ha maturato il diritto alla pensione entro il 2014 o ha superato i 62 anni di età, potrà ritirarsi con le vecchie regole. Difficilmente per quelli più giovani ci potranno essere deroghe simili, mentre resta aperta, per questi esodati futuri, la strada degli ammortizzatori sociali oppure dei lavori socialmente utili. Difficile comunque che i sindacati mandino giù una soluzione di questo tipo. Su questo tema le organizzazioni dei lavoratori non vogliono fare sconti. Ieri il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni ha accusato il ministro del lavoro Elsa Fornero dello «strafalcione» esodati, che ha «minato la credibilità del governo».
C’è poi il capitolo della flessibilità in entrata. Il ddl lavoro, partito come una riforma per favorire la produttività e l’occupazione, in realtà ha reso più rigide le leggi che regolano le assunzioni e i contratti. Su questo il governo ha perso l’appoggio delle imprese. Il Pdl era già intervenuto al Senato e adesso, dopo l’approvazione, magari con il decreto sviluppo, arriveranno ulteriori alleggerimenti, in particolare per il settore del turismo, per il lavoro a somministrazione. Sugli ammortizzatori ha puntato soprattutto il Pd, con la richiesta - condivisa anche dal centrodestra - di rimandare la riforma degli ammortizzatori sociali. «È un grande risultato, soprattutto per la flessibilità in entrata», rivendica Giuliano Cazzola, deputato Pdl e relatore del provvedimento. «Il governo è stato di parola e Silvio Berlusconi, ancora una volta, lungimirante».
Il governo è alle prese anche con la spending review. Tra le novità di ieri, il divieto di telefonini e interurbane per alcuni ministeriali. A stabilirlo una circolare del ministero della Pubblica amministrazione reso noto ieri. Vale per il momento solo per il dipartimento in questione, cioè il dicastero guidato da Filippo Patroni Griffi, ma l’intenzione è di farne l’apripista per a una nuova policy telefonica per gli statali. «Le utenze - precisa la circolare - saranno abilitate esclusivamente alle chiamate urbane». Chiamate nazionali, verso cellulari e internazionali solo ai dirigenti autorizzati.
La spending review è ben più complicata. Ci sarà un intervento sul pubblico impiego.

Ma l’ipotesi di un prepensionamento degli statali più anziani sta tramontando. Comporterebbe un altro stappo alla riforma previdenziale. Un altro caso esodati che la Ragioneria dello Stato non è disposta ad accettare. E anche il ministro del Lavoro eviterebbe volentieri.

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