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Il superpoliziotto del G8 alla gogna

Condannato per i fatti della Diaz nel 2001, a Canterini restano 40 giorni da scontare. Per i giudici li deve fare in cella

Il superpoliziotto del G8 alla gogna

In galera, in galera. La magistratura genovese rincorre la speranza di vedere comunque in ceppi, anche solo per qualche giorno, il poliziotto del G8 del 2001 Vincenzo Canterini condannato per falso (non per violenze) a tre anni e tre mesi. Quel che sta accadendo all'ex dirigente del reparto Mobile di Roma, e ad altri superpoliziotti condannati come lui in via definitiva, è quantomeno curioso.

Per la Procura generale di Genova non merita alcun beneficio alternativo al carcere, previsto espressamente dalla legge. E poco importa che Canterini abbia già iniziato a scontare i tre mesi che gli restano (tre anni, infatti, sono coperti dall'indulto) presso la sua abitazione. Il pg del capoluogo ligure ha impugnato in Cassazione il provvedimento del Tribunale di sorveglianza con cui l'ex dirigente di Ps ha ottenuto la detenzione domiciliare sulla scorta della legge «svuota-carceri», dopo aver incassato il no all'affidamento in prova ai servizi sociali, ottenendone così la sospensione della pena. Canterini, quindi, dopo un mese e mezzo di domiciliari, è ritornato a forza in libertà in attesa della decisione della Suprema Corte che potrebbe spedirlo in cella. Per il magistrato della città della Lanterna, infatti, l'ordinanza del giudice, seppur motivata da una legge finalizzata a evitare il sovraffollamento nelle carceri, non va bene per l'ex dirigente di Ps. E questo perché Canterini non sarebbe meritevole della misura alternativa in quanto «resosi colpevole e sanzionato (...) per un gravissimo reato (...) indice di rilevante pericolosità sociale». In realtà, di questa pericolosità sociale non si trova traccia perché, come sostengono gli avvocati Silvio e Rinaldo Romanelli, non solo Canterini non ha carichi pendenti ma lo stesso Tribunale di sorveglianza, nel concedere in un primo momento i domiciliari sulla base della «svuota-carceri», aveva riconosciuto che «non emergono elementi da cui dedurre la concreta possibilità che il condannato possa darsi alla fuga o specifiche ragioni per ritenere che egli possa commettere altri delitti».

Per quale motivo, allora, un pensionato di 66 anni che non può reiterare il reato, dopo aver indossato la divisa ancora 11 anni dopo i fatti della Diaz, debba rischiare la galera per fatti del 2001? La sua condanna, per il procuratore generale, è «fonte di uno smisurato danno d'immagine a livello interno e internazionale per la Pubblica amministrazione»; a cui, forse, si può porre rimedio solo mandandolo in cella, con tanti saluti al principio costituzionale del fine rieducativo della pena. Contesta ancora, il magistrato, che Canterini non abbia «neppure provveduto al ristoro del danno» né che abbia chiesto scusa alle parti lese e alla collettività. E questo nonostante la pubblicazione di un libro «Diaz - Dalla gloria alla gogna del G8 dove prende le distanze dalle scelte dei suoi vertici di allora.

I legali di Canterini, Silvio e Rinaldo Romanelli, hanno contestato le ricostruzioni dell'accusa, battendo i tasti dell'esiguità della pena «nei confronti di una persona che non ha riportato alcuna altra condanna e non ha alcuna pendenza» e della illogicità di un ricorso in Cassazione contro un provvedimento adottato in ossequio a una norma dello Stato nata proprio per impedire l'ingolfamento delle celle. Quanto al mancato ristoro del danno d'immagine, secondo i legali, si tratta di una contestazione priva di fondamento in quanto il reato per cui è stato condannato non prevede alcun tipo di risarcimento o indennizzo. E pure le scuse Canterini, a più riprese, sostengono, sono state poste nelle sedi opportune. «Il processo della Diaz è la più grossa mistificazione giudiziaria degli ultimi anni - dice l'avvocato Silvio Romanelli - stigmatizzo poi il comportamento del Tribunale di sorveglianza di Genova che è riuscito a rimangiarsi un provvedimento (sospensione dell'esecuzione della pena) dieci giorni dopo averlo concesso in base alla svuota-carceri».

Finché la Cassazione non deciderà sul ricorso del pg, cosa che potrebbe avvenire anche tra un anno, Canterini sarà libero (ma col fiato sospeso).

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