Tasi-catasto, le tasse sulla casa mandano il governo nel caos

Nel prossimo Cdm il rinvio a ottobre della prima rata per i Comuni che non hanno fissato l'aliquota

Tasi-catasto, le tasse sulla casa mandano il governo nel caos

In politica scegliere bene il binomio tempi/temi è tutto. E un premier tattico come Matteo Renzi non poteva che azzeccare l'agenda. La rentrée del governo subito dopo le elezioni, il momento più distante dal prossimo appuntamento con le urne, riguarda infatti un argomento rognoso e impopolare come le tasse sulla casa.
Intendiamoci, niente di fuori programma, ma in tempi brevissimi arriveranno i decreti legislativi che - dopo un'attesa di due legislature e tre governi - attuano la delega fiscale, in particolare la riforma del catasto. Poi il rinvio della prima rata della Tasi ad ottobre.

Misure attese, ma delle quali gli italiani preferiscono non sentire parlare e che i politici preferiscono non trattare, perché ricordano e attuano quella manovra a tenaglia, sull'imponibile e sulle aliquote che in pochi anni ha fatto esplodere la tassazione sulla casa. La famosa patrimoniale da 24-30 miliardi che ha preso quota da qualche anno, che Renzi non ha rottamato e alla quale, semmai, ha aggiunto il suo mattoncino.
Andiamo con ordine. Al prossimo Consiglio dei ministri dovrebbe arrivare il rinvio del termine per la prima rata Tasi. Rinvio che riguarda gli immobili diversi dall'abitazione principale, nei Comuni che non hanno ancora deliberato le nuove aliquote. Era stato deciso per settembre, ma l'Anci, l'associazione dei Comuni, ha suggerito un altro mese di attesa. Problemi dei sindaci risolti, restano quelli dei cittadini. I Comuni si stanno orientando quasi tutti per applicare l'aliquota massima. Renzi, ha ricordato il presidente della commissione Finanze della Camera Daniele Capezzone, «ha addirittura peggiorato le cose, cedendo all'Anci, e aumentando ulteriormente l'aliquota di un altro 0,8 per mille». In teoria l'aumento dovrebbe andare a coprire le detrazioni, ma nessuno ci crede.

Renzi ha detto che è «una barzelletta» sostenere che la stangata sulla casa neutralizzerà gli 80 euro in busta paga. Fatto sta che i primi cedolini con il «bonus Renzi» sono arrivati giusto in tempo per le elezioni europee. Il Consiglio dei ministri fisserà le date del salasso, invece, arriverà a urne chiuse.
Possibile che il rinvio sia inserito in un emendamento al decreto sul bonus Irpef. Il timing dovrebbe essere quello annunciato dal presidente dell'Anci Piero Fassino (uno dei pochi in grado di fare cambiare direzione al governo). Per i 2.163 comuni che hanno deliberato le aliquote prima del 23 maggio il pagamento della prima rata resta il 16 giugno. Per gli altri slitta ad ottobre. Resta da chiarire il problema della prima casa per la quale, a normativa vigente, la scadenza è a dicembre. Se il provvedimento del governo non lo specificherà, i proprietari di abitazione principale dovranno pagare in anticipo di tre mesi.

L'altro argomento post Europee è la riforma del catasto, che fa parte della delega fiscale. Una specie di chimera dei governi post Berlusconi. Varata nella prima versione dal governo Monti, ha attraversato l'esecutivo Letta e ora, in tempi brevissimi, dovrebbero arrivare i decreti legislativi che la attuano. In teoria la riforma del catasto, dovrà essere a gettito invariato. Le opposizioni hanno ottenuto che tutto sia deciso in Parlamento, per evitare colpi di mano. Confedilizia, ha ottenuto che ci sia invarianza di gettito in ogni Comune.

Ma le sorprese, come tradizione quando si tratta di tasse, non sono escluse. Anche perché i provvedimenti sono allo studio del ministero dell'Economia. E i conti di Renzi da fare quadrare, ora che le elezioni sono passate, sono tanti.

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