La stangata è dietro l'angolo. Il 16 giugno gli italiani saranno chiamati a pagare per la prima volta la Tasi, la nuova imposta sui servizi indivisibili che, insieme alla Tari, il governo Letta ha varato per sostituire l’Imu. In realtà, la vecchia imposta patrimoniale voluta dall'ex premier Mario Monti resiste ancora per seconde case, immobili di pregio, negozi e altri fabbricati. Adesso non resta che capire quanto i contribuenti dovranno sborsare. Molti comuni, infatti, non hanno ancora indicato le aliquote. "I comuni che non lo hanno fatto a causa delle elezioni devono decidere alla svelta", ha commentato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio che, intervistato da Maria Latella a SkyTg24, ha riconosciuto che vi sia un momento di "incertezza".
"Saremo presi d’assalto", temono i Caf. In primis, perché la Tasi è una nuova imposta completamente sconosciuta ai più. "I Comuni non mandano niente a casa dei contribuenti e i cittadini non sanno nulla", accusa Valeriano Canepari, coordinatore nazionale dei centri di assistenza fiscale. Il vero problema è dato dal fatto che molte amministrazioni non hanno deliberato e se il cittadino volesse pagare non saprebbe come farlo. In assenza di delibera entro il 23 di questo mese le prime case potranno versare tutto in un’unica soluzione a dicembre. Per le seconde case, invece, il 50% dell’imposta va pagata subito (aggiungendo anche l’Imu che per questi immobili è rimasta). Novità anche per gli inquilini, chiamati a pagare una quota tra il 10 e il 30 % della nuova tassa. "In sede di prima applicazione un po' di problemi ci saranno - ammette Delrio - dunque ai cittadini dico: abbiate pazienza con vostri sindaci". In questo contesto, però, è molto concreto il rischio che i contribuenti paghino in base a regole generiche, magari guardando le aliquote nazionali, che poi il Comune potrà modificare: ridurre, aumentare, attenuare con l’introduzione di detrazioni. C’è, dunque, la possibilità di alimentare ricorsi infiniti e richieste di rimborso per avere la restituzione di quanto pagato in eccesso. Ma i Comuni temono di rimanere senza liquidità. Anche per questo il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha chiuso alla possibilità di un rinvio, anche minimo.
Le aliquote della nuova imposta
La legge di stabilità fissava un tetto massimo al 2,5 per mille per la prima casa e al 10,6 per mille per la seconda (somma di Tasi e Imu). Il governo è poi intervenuto per concedere ai Comuni la possibilità di aumentare le aliquote fino a un massimo dello 0,8% distribuendo l’aumento tra prima e seconda casa. La maggiorazione deve essere però vincolata alla concessione delle detrazioni, scomparse a livello nazionale rispetto all’Imu.
La tassazione sulle prime case
L'aliquota potrà salire fino a un massimo del 3,3 per mille.
La tassazione sulle seconde case
Si potrà arrivare all’11,4 per mille complessivo. Su seconde case e tutti gli altri fabbricati - uffici, negozi, capannoni e così via - si pagano sia l’Imu che la Tasi.
La tassazione sugli immobili di lusso
Le 73mila case accatastate nelle categorie di pregio (A/1, dimore signorili; A/8, ville e A/9, castelli) continueranno a pagare l’Imu sulla prima casa, con un’aliquota massima del 6 per mille e con la sola detrazione di 200 euro, senza i 50 euro extra per ogni figlio. Su queste case si pagherà anche la Tasi, sempre con aliquota massima del 3,3 per mille, ma il totale di Imu e Tasi non potrà superare il 6,8 per mille.
La tassazione sugli immobili in affitto
Anche in questo caso si pagherà sia l’Imu che la Tasi con il limite massimo dell’11,4 per mille. L’Imu verrà pagata interamente dal proprietario, mentre la Tasi peserà anche sulle spalle dell’inquilino che dovrà versarne una quota compresa tra il 10 e il 30% a seconda della delibera comunale.
Come calcolare la Tasi
La base imponibile è la stessa dell’Imu. Si parte dunque dalla rendita catastale, la si rivaluta del 5% e si moltiplica il risultato per il coefficiente che varia in base al tipo di immobile (160 per le abitazioni). Su questo valore si applica l’aliquota comunale, con le eventuali detrazioni. Il calcolo può essere effettuato sul sito amministrazionicomunali.it.. Ovviamente ci si può rivolgere anche ad un Caf o alla Confedilizia (la confederazione della proprietà edilizia) presente in molti capoluoghi.
Come e quando pagare la Tasi
Per pagare la Tasi si potrà utilizzare il modello F24 o il bollettino di conto corrente postale. Le rate previste sono due: la prima il 16 giugno, la seconda il 16 dicembre. Se il Comune non avrà preso alcuna decisione sulle aliquote entro i termini utili per far pagare l’acconto a giugno (23 maggio, con delibera da pubblicare sul sito portalefederalismofiscale.gov.it), quella di fine anno rimane per i proprietari di prime case l’unica data utile. Per le seconde case, invece, resta fisso l’appuntamento del 16 giugno, quando dovranno pagare Imu e Tasi.
Per la Tasi, in caso non sia stata deliberata un’aliquota dal Comune, dovranno pagare il 50% dell’aliquota base dell’1 per mille, togliendo però una quota forfettaria - del 10% annuo secondo alcune indicazioni delle Finanze (quindi il 5% per la prima rata), del 30% secondo Confedilizia - che spetta invece all’inquilino.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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