Tasse, finalmente ora lavoriamo per noi

RomaFino a martedì lavoreremo per pagare le tasse. Da mercoledì fino alla fine dell'anno, per noi stessi. La previsione è degli Artigiani di Mestre, condivisa dalla Confesercenti. Che precisa: nel 1990, il tax freedom day scattava il 20 maggio.
Secondo le due organizzazioni, quest'anno saranno necessari 162 giorni per rispettare gli obblighi fiscali e contributivi. Un picco mai toccato in Italia. E determinato dalla circostanza che la pressione fiscale ha raggiunto il record del 44,4%, livello mai raggiunto.
Le cose vanno peggio, secondo gli Artigiani di Mestre, per chi paga le tasse fino all'ultimo centesimo. Se il livello di Pil nazionale viene depurato dalla quota di economia sommersa conteggiata in base a parametri internazionali, è possibile calcolare la pressione fiscale «reale» che pesa sui contribuenti onesti. Per quest'anno, la pressione fiscale così elaborata arriva ad un valore massimo del 53,8%. Con questo livello di tassazione il giorno di liberazione fiscale per i contribuenti fedeli al fisco oltrepassa abbondantemente la metà dell'anno e si attesta al 16 luglio.
Secondo Giuseppe Bortolussi, segretario degli Artigiani di Mestre, «quest'anno pagheremo mediamente 11.800 euro di imposte, tasse e contributi a testa. E in questo conto sono compresi tutti i cittadini, anche i bambini. Tuttavia - osserva - il dato disarmante è che al cittadino non vengono forniti servizi adeguati. Molto spesso, nel momento del bisogno, il cittadino è costretto a rivolgersi al privato, anziché utilizzare il servizio pubblico. Tutto ciò - conclude Bortolussi - si traduce in un concetto molto semplice: spesso siamo costretti a pagare due volte lo stesso servizio».
Dalle tabelle della Confesercenti, poi, emerge che prima di quest'anno c'erano state altre punte di prelievo fiscale (senza mai toccare i livelli attuali): nel 2012 ed all'epoca dell'Eurotassa. E, indipendentemente dalle scelte che verranno fatte dal governo, l'organizzazione stima che la pressione fiscale intorno al 44% rimarrà fino al 2017.
Anche perché, l'Italia detiene il non invidiabile record europeo di total tax rate. Vale a dire, la somma delle imposte su lavoro, redditi d'impresa e sui consumi. Quest'indicatore arriva al 68%. Con livelli doppi rispetto ai risultati rilevati in Spagna e Gran Bretagna; e ben oltre, il dato della Germania, fermo al 46,8%.
Ma non è finita. Non solo vantiamo record di questo tipo. Ne conquistiamo anche un altro. Cioè, il numero di ore impiegate per onorare gli impegni fiscali. In Italia occupiamo 269 ore per pagare le tasse: due volte e mezzo il tempo occupato dal contribuente inglese; il doppio di quello francese; un terzo in più di tempo dedicato al Fisco di un tedesco. Nel complesso, per pagare le tasse di un anno impieghiamo 11 giorni, 4 un inglese, 6 un francese.
Se poi si scende nel dettaglio dei giorni dedicati al pagamento delle tasse, si scopre come l'applicazione della riforma del Titolo V della Costituzione unito al sistema di federalismo fiscale abbia fatto impennare il prelievo locale. Nel 1990 si pagavano tasse locali pari ad 8 giorni lavorativi. Oggi siamo arrivati a 26 giorni.


L'ultima nota di amarezza dello studio della Confesercenti viene sulla qualità, sull'efficienza, della pubblica amministrazione, finanziata con l'alto prelievo fiscale. Secondo i dati dell'Ocse, l'Italia è in coda nella graduatoria internazionale, con un valore dello 0,4. Per avere un ordine di idee, quello 0,4 è un quarto del valore misurato in Germania ed in Gran Bretagna.

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